domenica 28 marzo 2010

Eels - End Times

Mr. E riversa nei suoi dischi tutta la sua vita ed il suo animo. Le tragedie della sua esistenza sono senz'altro una delle sue principali fonti di ispirazione. In questo nuovo disco, uscito solo 6 mesi dopo il precedente Hombre Lobo, molte della canzoni sono ispirate dalla fine del matrimonio con la dentista russa Natasha Kovaleva (un pò a scoppio ritardato, visto che sono passati 5 anni...): la malinconia mista ad una buona dose di autoironia sono sempre presenti e gli fa scrivere il solito pugno di brani intimi e sofferti. L'autoironia (con un pò di autocommiserazione) nei confronti delle donne gli aveva peraltro fatto coniare la stupenda seguente considerazione: "le donne sono kamikaze: si schiantano con il loro aereo, ma si schiantono su di te, e tu muori con loro". Ma ciò che piace in lui è che riesce sempre in una breve canzone di 3-4 minuti a scrivere melodie perfette, ballate struggenti che ricordano Bob Dylan (Mansion of Los Feliz) o rockeggianti alla Springsteen (Paradise Blues), ma che soprattutto sono gemme cantautorali perfette (A line in the dirt, Little Bird). Insomma il solito splendido disco, magari non cinque stelle come Blinking Lights, ma di grande animo e spessore musicale.
Voto: ☆☆☆☆ (ottimo)

sabato 20 marzo 2010

Freddy Johnston - Rain on the city


La sua storia è degna di essere raccontata: FJ nacque 48 anni fa in un piccolo paesino del Kansas. Dopo le prime difficili (musicialmente) esperienze nelle sue zone, decide di trasferirsi a New York e, per prodursi il suo secondo album (dopo che il primo era stato accolto bene ma senza grande riscontro commerciale) si vende un pezzo della sua fattoria ed è fortunato perchè finalmente gli arriva il successo: in quegli anni si diceva che FJ prometteva di essere il nuovo Graham Parker. Dopo 8 anni dal precedente esce questo suo nuovo lavoro: in realtà l'ultimo paio di dischi non è che fossero un granchè, almeno se paragonati ai bellissimi lavori del 1994 (This Perfect World) e del 1997 (Never Home).
Freddy Johnston riesce sempre a scrivere pezzi che sulla base di un tessuto di sano folk-rock alterna sonorità ora country, ora pop-rock melodiche. Con questo album torna un pò alle origini più folk ed acustiche: il paragone che mi viene in mente per quest'album è il power pop alla Fountains of Wayne, o alla Wolftron per stare su cose più recenti. Ci ha fatto aspettare 9 anni ma ne è valsa la pena.
Voto: ☆☆☆☆ (bello e sincero)

mercoledì 17 marzo 2010

Timothy B. Schmit "Secular praise"

E' bello ascoltare un brano musicale e commuoversi ancora. Questo è di Timothy B. Schmit, voce e chitarra degli Eagles, dal suo lavoro "Expando" del 2009.


"When I was a little boy
I had a lot of friends
Running up and down the streets
'Til the day's end

There was nothing that we could not do
Superman strong
Keepers of the neighborhood
Then we all went home

Time rolls by
But it all seems like the wink of an eye
Now I look straight ahead and smile

We had a lot to dream about
Music filled our minds
Sailing all around our heads
In perfect time
(And I say)

Hallelujah
Gonna shout it out
Gonna say it again
Hallelujah
Gonna breathe it in

I like the smell of an open field
Don't mind a city street
I walk along singing to myself
To make ends meet

Don't go to church, but I feel the weight
Some people think I'm shy
Still I hope to shake the hand of fate
Before I die

I don't know
Why some have less and some have more
All my sorrow could all fit in a bedroom drawer

So many lessons from way back then
But still I wish I knew
How I became the lucky one
To be with you
(And I say)

Hallelujah
Gonna shout it out
Gonna say it again
Hallelujah

Hallelujah
Gonna shout it out
Gonna say it again
Hallelujah
Gonna breathe it in"

domenica 14 marzo 2010

Chumabawamba - ABCDEFG

Sono quelli di Tubthumping, successo mondiale che li ha portati ad essere quasi un'icona del rock. Troppo facile: in questi 27 anni di lavoro hanno abbandonato l'impronta rock per darsi ad un folk modello Pogues e Oysterband. Quest'ultimo album, il loro quindicesimo, presenta la stessa impronta folk, intrisa di testi satirici ispirati alla politica ed al quotidiano: in "Torturing James Hatfield" il frontman dei Metallica viene costretto ad ascoltare la musica dei Chumabawamba (chiaro riferimento all'approvazione da parte dei Metallica per l'utilizzo della loro musica nel carcere di Guantanamo); nella bellissima "Puccini said" si ricorda la soprano Maria Tobyn malata di Alzheimer; in "Wagner at the opera" c'è un sopravvissuto dai campi di concentramento che si incazza nel bel mezzo di una concerto wagneriano dell'Orchestra Filarmonica di Israele. Ma oltre a questo il disco è veramente coinvolgente: fa ridere, ballare e pensare. Una bellissima sorpresa!
★ ★ ★ ★ (ottimo)

domenica 7 marzo 2010

Midlake - The Courage of Others

Gruppo (e disco) del mese per la mitica rivista Mojo, qualcuno dice che assomigliano ai Radiohead, solo che sono molto più rilassati...mah. In effetti questo gruppo texano li ricorda vagamente così come ricorda anche i Pentangle o i Fairport o, per venire agli anni più recenti, i Decemberists o i Fleet Foxes. Atmosfere maliconiche, autunnali, con un forte influsso brit-folk anni '70 (del resto loro stessi hanno ammesso di essere grandissimi ammiratori dei Jethro Tull). Un culto per la perfezione del suono con ballate che ricordano anche i primi Joni Mitchell e Neil Young. Quello che forse non convince completamente è quella punta di monotonia che pervade alcune delle tracce del disco. Per il resto si tratta di un disco indubbiamente molto elegante, magari tendenzialmente un pò troppo uniforme, ma con almeno due-tre pezzi di grandissimo livello. Da ascoltare soprattutto "Rulers, ruling all things", di cui esiste anche un bel video su iTube.
Voto: ☆☆☆☆ (bello e magnetico)

venerdì 5 marzo 2010

Top Ol'55 2009 - Delusioni dell'anno

Come da tradizione ecco anche le delusioni del 2009.

Alice in Chains - Black gives way to blue
Devendra Banhardt - What will be
Jesse Malin - Mercury retrograde live
Neil Young - Fork in the road
Paolo Nutini - Sunny side up
Ray Davies - The kinks coral
Ben Harper - White lies for dark times
David Grey - Draw the line
James Taylor - Other covers
Joe Bonamassa - The ballad of John Henry
Madeleine Peiroux - Bare bones
Steve Earle - Townes
Pearl Jam - Backspacer

Top Ol'55 2009 - dischi caldi

Le classifiche del 2009 non sono ancora finite. Questi sono i dischi che ho faticato ad escludere dai primi 10. Diciamo che sono tutti all'11° posto a pari merito...
Brandi Carlile - Give up the ghost
Collective Soul - Omonimo
Sheik Duncan - Whisper House
Eels - Hombre lobo
Tom Freund - Collapsible plan
Gong - 2032
Nancy Griffith - The loving kind
Colin Hay - American Sunshine
Mark Knopfler - Get lucky
Ingrid Michaelson - Everybody
Buddy & Julie Miller - Written in calk
Phish - Joy
Serena Ryder - Is it ok
Tom Rush - What I know
Timothy B Schmit - Expando
Bruce Springsteen : Working on a dream
Vertical Horizon - Burning the days
Yusuf - Roadsinger

Peter Gabriel - Scratch my back

Sette anni dopo il precedente lavoro ("Up") a PG viene in mente questa strana operazione: 12 cover prese da autori ed ambienti assai diversi tra loro. A parte alcuni mostri sacri, di sicuro farina del suo sacco, evidentemente si fa consigliare dalle figlie per autori meno mainstream (Magnetic Fields, Bon Iver, Elbow): per tutti una reinterpretazione con arrangiamenti decisamente originali. Solo orchestra, "no guitar, no drums" scrive sui manifesti per il futuro concerto alla O2 Arena di Londra. Ed in effetti la prima volta che lo si ascolta appare assai difficile da digerire, ma siccome lui è il grande Peter Gabriel bisogna insistere e riascoltare ancora ed ancora. Ecco che allora ad ogni ascolto migliora sempre di più e poi c'è sempre la sua voce magnifica che magneticamente trasforma le canzoni secondo schemi sonori differenti dall'originale. I miei brani preferiti sono Flume dei Bon Iver e The Book of Love dei Magnetic Fields, ma anche The power of the Heart di Lou Reed e Listening Wind dei Talking Heads sono splendide. Non mi è piaciuta Heroes di David Bowie, e del resto credo non sia assolutamente possibile fare qualcosa di meglio dell'originale. Un disco di fusione di pop, rock e musica orcehstrale, di grande atmosfera e di immensa classe.
voto: ★ ★ ★ ★ (bellissimo)

martedì 2 marzo 2010

Dave Matthews Band a Padova.

Un concerto energico ed infinito (quasi tre ore + gli AlbertaCross gruppo di Brooklyn niente male). La prima cosa che mi ha colpito è stata la folla: la maggior parte in piedi ed osannante. Molti americani sovraeccitati (siamo vicini a Venezia e a Vicenza, base Nato) e del resto si sa che DM in USA è una superstar (anche se lui è di origini sudafricane). La seconda cosa che mi ha colpito è la semplicità con cui salgono sul palco: quasi di soppiatto, con grande naturalezza, attaccando poi con carica e con quei fiati quasi funky. Anche la scenografia è essenziale, luci e drappeggi non eccessivi, niente effetti speciali. La terza cosa che mi ha colpito è la monumentale tecnica del batterista Carter Beauford, un mostro autentico di ritmica, che detta in tutto e per tutto il lavoro della band: DM spesso gli si rivolge di fronte e suona quasi in simbiosi con lui. Il pubblico lo adora e lui spedisce in platea una trentina delle sua bacchette. La quarta cosa sono i finali delle canzoni, quasi troncate a metà, quasi che non volessero esagerare nel caricare il pubblico osannante. La quinta cosa: è difficile sintetizzare in un genere la loro musica: funky, jazz, rock acustico, folk. Ora il concerto: si attacca con due pezzi classici ("One sweet world" e "Satellite") e poi con una serie di brani tratti dall'ultimo lavoro alternati con i cavalli di battaglia della band tra cui i celebri "Don't drink the water" e "So much to say". I pezzi si dilatano con improvvisazioni quasi jazz, quasi che i musicisti fossero in trance musicale: francamente dopo circa due ore sto cominciando ad accusare il colpo ed ecco arrivare due cover effettivamente strepitose: "All along the watchtower" di Bob Dylan e "Sledgehammer" di Peter Gabriel. Poi il gran finale con tutti gli assoli degli strepitosi musicisti della band.
Che dire? Un gran bel concerto, ma forse gridare al miracolo è troppo. Neanche personalmente dal vivo DM è riuscito ad entusiasmarmi e un pò mi sento in colpa visto che tutti intorno a me erano a dir poco esaltati. Mi dicono che il disco del concerto di Lucca 2009 sia assolutamente incredibile: ok ci riproverò.

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