venerdì 30 aprile 2010

David Byrne + Fatboy Slim - Here lies love

DB ci ha abituato a progetti insoliti: questo poi di una sorta di concept album su Imelda Marcos, famosa più che altro per la sua collezione di più di 3000 paia di scarpe e per essere stata la first lady del dittatore delle Filippine dal 1965 al 1986 ed Estrella Cumpas (la sua governante/amica), potrebbe essere considerato alquanto inquietante. A Byrne , per l'occasione affiancato da un Norman Cook (Fatboy Slim) in grande spolvero, interessa analizzare e raccontarne la vita, il suo riscatto sociale e la sua ascesa al jet set internazionale.
“The story I am interested in is about asking what drives a powerful person—what makes them tick? How do they make and then remake themselves? I thought to myself, wouldn’t it be great if—as this piece would be principally composed of clubby dance music—one could experience it in a club setting? Could one bring a ‘story’ and a kind of theater to the disco? Was that possible? If so, wouldn’t that be amazing!”
—DB, from the introduction
A dire questo c'è di che preoccuparsi: in realtà, fortunatamente, non è il solito polpettone stile Evita, tutt'altro. Le tastiere ed i ritmi di Fatboy fanno da tappeto sonoro a musicalità che mescolano ritmi dance anni '70 a folk rock, funk a ritmi caraibici e flamenco. Ci si emoziona proprio perchè l'estrema eterogeneità dell'album ricorda i Talking Heads di "Speaking in tongues" e "Stop Making sense". Per tirare fuori questo bellissimo album si sono fatti affiancare nella narrazione musicale da alcuni ospiti di lusso: Steve Earle, Martha Wainwright, Tori Amos, Cyndi Lauper, Allison Moorer, Natalie Merchant, Florence Welch (di Florence & the Machine), Kate Pierson (B-52's), Roisin Murphy (Moloko). Insomma, che dire: un album bellissimo che va sicuramente ascoltato e capito, ma che dimostra ancora una volta il genio immenso di Byrne.
Voto: ☆☆☆☆ (geniale)










Supertramp anche in Italia!


Adesso non ci sono più scuse. Ci si deve andare per forza. Arena di Verona, martedi 7 settembre. Biglietti in vendita dal 3 maggio.
Prezzi:
Prima Platea Numerata: 60 euro + prevendita
Seconda Platea Numerata: 45 euro + prevendita
Gradinata Numerata: 45 euro + prevendita
Gradinata Non Numerata: 36 euro + prevendita

martedì 27 aprile 2010

Robyn Hitchcock & the Venus 3 - Propellor time

Scritto in realtà prima di Goodnight Oslo del 2009, è il terzo episodio del progetto Venus 3, superband che vede tra i componenti anche Peter Buck dei REM, Scott McCaughey degli Young Fresh Fellows e Bill Rieflin (Ministry), il tutto impreziosito dalla partecipazione straordinaria di Johnny Marr (Smiths e, più di recente, Modest Mouse) e John Paul Jones (Lez Zeppelin, ovviamente) e Nick Lowe. Il disco precedente era stato nel 2006 ("Olè tarantula") e questo, pur essendo sulle stesse corde del precedente mi sembra decisamente meglio, con qualche pezzo veramente interessante ("Ordinary Millionaire" , "Star of venus", "Sickie boy") alternato a episodi meno felici. Il più ispirato mi sembra proprio Peter Buck che pare divertirsi ancora con gli arpeggi stile REM, recentemente abbandonati nella band di Athens causa ritorno a sound più vigorosamente rock. Insomma un altro bel disco di folk-pop, prodotto dopo 35 anni di onorata carriera: chi non lo conosceva prima può farsene una buona idea e chi invece lo stimava già avrà un'ulteriore conferma della sua classe. Sentitevi l'inizio di "ordinary millionaire" e ditemi in meno di 5 secondi cosa ricorda questo brano: troppo facile, eh?

The Tallest Man on Earth - The wild hunt

L'avevo già detto che la Svezia è una fucina di talenti! Kristian Matsson è "l'uomo più alto della terra"? Di sicuro il suo "finger-picking" è il più virtuoso che mi sia capitato di ascoltare di recente. E di sicuro è quanto di più lontano dalla nostra idea di musica scandinava si possa pensare: sembra un cantautore folk americano purosangue, anche per la sua scelta di canzoni minimali, solo voce e chitarra (o piano). Di sicuro ogni artista va considerato nella sua individualità ma il paragone con Bob Dylan (ed anche un pizzico di Johnny Cash) viene spontaneo: una voce tagliente, una tecnica che ricorda quella del Dylan pre-elettrico. Un bel disco con una serie di canzoni di eccellente fattura.
Voto: ☆☆☆☆ (evocativamente brillante)
Dimensione carattere

sabato 24 aprile 2010

Supertramp on tour !!!

Senza Roger Hodgson e Dougie Thompson (anzi per meglio dire l'unico della band "classica" è Ray Davies...) Si riuniscono per i loro 40 anni di attività.
Un bel viaggetto a Francoforte con un volo low cost?

venerdì 23 aprile 2010

Bruce Springsteen - Live in Hyde Park

In arrivo (sembra a fine giugno) un nuovo live in formato doppio DVD e Blue-Ray del concerto a Londra lo scorso 28 giugno. Tra le chicche dell'album la cover di "London Calling" dei Clash e Brian Fallon dei Gaslight Anthem che duetta con il boss in "No Surrender".
Ascoltatevi i Clash in versione New Jersey: mamma mia!!!

venerdì 16 aprile 2010

Willie Nile in concert

Pensavo a "Cell Phones Ringing (in the pockets of the dead)", tratta dal suo penultimo album "Streets of New York": in fondo può essere considerata un suo manifesto, l'ennesima dimostrazione del suo amore verso la città. Willie Nile, anche se nato a Buffalo, vive da sempre a New York, cresciuto in una famiglie irlandese in cui i genitori ascoltavano per lo più musica classica e vaudeville mentre lui ed i suoi fratelli solo rock'n'roll. Appena possibile lascia Buffalo e si trasferisce a vivere nel Greenwich Village da dove con la sua chitarra se ne andava a suonare ora al CBGB (in quegli anni vi suonavano spesso Patti Smith, i Television, i Ramones ed i Talking Heads...), ora al Cornelia's Street Cafè. Il suo primo disco "Willie Nile" è del 1980, ed è un inno al Bob Dylan elettrico ed al Bruce Springsteen di "Darkness". Il disco viene incensato dalla critica come uno dei migliori lavori folk-rock di quell'epoca. Il suo secondo "Golden down" è la celebrazione elettrica di New York: da allora lo chiamano "a one man Clash" per sottolinearne la vena rockeggiante. Da quel disco in poi succede qualcosa: rimane incastrato in una serie di beghe con la casa discografica (Geffen) e la sua carriera si incarta per un bel pò di tempo. Nel 1991 finalmente pubblica "Places where I've never been", con tanti amici ad aiutarlo (Richard Thompson, Roger McGuinn, Loudon Wainwright III) mentre negli anni successivi si diverte a suonare in giro per il mondo ed a collaborare con sbarbatelli alle prime armi (Springsteen, Ringo Starr, Elvis Costello, Who, Ian Hunter, ecc. ecc.) fino a "Beautiful Wreck of the world" nel 1999 disco in cui spicca un brano dedicato a Jeff Buckley ("On the road to calvary").
In ogni caso, a mio parere, gli ultimi due album rappresentano il punto più alto della sua carriera: Streets of New York prima, House of a Thousand Guitars poi, rappresentano il vero inno d'amore al rock, a New York ed alle sue radici irlandesi.
Buon concerto a tutti.

venerdì 9 aprile 2010

Jakob Dylan - Women and Country

Dopo cinque album insieme agli Wallflowers (in un decrescendo di qualità e di successo) ed un precedente lavoro da solista ("Seeing things") niente male, ora che anche Jakob ha passato gli "anta" credo sia finalmente opportuno capire se anche lui merita la nostra attenzione dopo che molti di noi sono cresciuti con le canzoni di suo padre..
Al primo ascolto mi sembra un'evoluzione del precedente, anche se c'è qualche atmosfera country di troppo. Neko Case e Kelly Hogan insieme al produttore T-Bone Burnett hanno collaborato al disco. Ora bisogna ascoltarlo meglio, ma devo dire che promette bene...

martedì 6 aprile 2010

Joe Bonamassa - Black Rock

Joe Bonamassa ha costruito la sua carriera sulle solide fondamenta di leggende del rock blues come Stevie R. Vaughan e Eric Clapton. E' praticamente cresciuto con la chitarra in mano: ha cominciato a strimpellarla a 4 anni e a 12 anni già suonava in pubblico nella sua città nella parte settentrionale dello stato di New York. Il suo stile è la perfetta sintesi del blues più classico di Elmore James o BB King e del rock alla Jimmy Page o Jimi Hendrix. Anche in questo suo nuovo disco, interamente registrato in Grecia all'isola di Santorini, insieme ad un pugno di musicisti di quelle parti, JB ci offre un disco di pezzi originali (5 su 13) misti a cover, che tuttavia riesce a reinterpretare facendoli diventare tutti suoi. Le cover sono di Jeff Beck (Spanish Boots), John Hiatt, Otis Rush, Willie Nelson (Night life), Leonard Cohen ed altri. In particolare Bird on a Wire si differenzia dall'originale di Cohen mediante l'utilizzo di strumenti più folk (si vede che la vista delle isole greche lo stava ispirando..): forse proprio l'originalità di questo pezzo lo rende forse il migliore episodio dell'album. Gli strumenti folk sono presenti ma non invadenti anche in altri brani quali la bella, acustica, Quarriman's Lament o Athens to Athens ma non mancano i soliti blues rock tiratissimi più classici per lo stile di JB. Un bel disco. Il solito bel Bonamassa.
Voto: ☆☆☆☆ (ottimo)

lunedì 5 aprile 2010

The Anatomy of Timo Räisänen

Gli svedesi mi hanno sempre incuriosito: ci si aspetta un popolo un pò algido (dubbio ovvio) ed invece sono quanto di più scatenato esista. Musicalmente poi sono in grado di produrre i generi più disparati e tutti in maniera esemplare (per fortuna non si sono fermati agli Abba...). Timo Räisänen, di madre indiana e padre finlandese, ha fatto parte di un paio di gruppi Indie di Goteborg prima di iniziare nel 2005 la propria carriera solista. La sua musica è un misto di indie pop e folk acustico e questo brano su you tube potrebbero averlo inciso Mumford & Sons o i Fleet Foxes!

venerdì 2 aprile 2010

I Phish "introducono" i Genesis nella Hall of Fame!

Grandissimo Trey Anastasio: prima introduce il premio per i Genesis e poi con i Phish suona "Watcher of the skies": da non perdere!!!!

Chat-roulette con Ben Folds

Allora, ho scoperto che adesso negli USA è di moda fare la "chat-roulette" cioè aprire un canale chat video e comunicare con chi c'è. Quel fuori di testa di Ben Folds lo sta facendo nei suoi concerti ed ecco il risultato....

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