lunedì 15 dicembre 2014

RIVAL SONS, CHRISTOPHER OWENS, STEVE ROTHERY


RIVAL SONS (2014) Great Western Valkyrie
Quarto album per la band californiana capitanata dal frontman Jay Buchanan, in possesso di una voce potente ed adrenalinica che ha già prodotto paragoni con quella di Robert Plant. Le eccellenti doti tecniche del chitarrista Scott Holiday e del batterista Michael Miley, unite al fatto che la musica proposta è completamente calata nel lustro a cavallo tra i '60 ed i '70, e si nutre di rock, hard-blues e psichedelia ha sollevato da una parte critiche di derivativismo, dall'altra (più corposa) un forte apprezzamento per un retro-rock tecnicamente eccellente ma insieme energico, sincero, appassionato, muscolare ma dal songwriting pregevole: attualmente il miglior vintage-rock in circolazione, un must per chi ha amato Led Zeppelin, Doors, Cream.
Voto Microby: 8.2
Preferite: Electric Man, Good Luck, Play The Fool
 
CHRISTOPHER OWENS (2014) New Testament
Al secondo sforzo da solista dopo la militanza nel duo indie-pop Girls, l’americano abbandona il concept del primo album ma non le atmosfere anni ’70, con le quali ricama i tre generi che hanno permeato la sua vita, privata oltre che artistica: pop, country, gospel. Lo fa con riuscita integrazione dei tre stili, col garbo e l’eleganza che gli appartengono, con arrangiamenti morbidi ed avvolgenti, ma col limite di una voce modulata e gentile che non gli permette variazioni di intensità delle canzoni. Forse per tale motivo i brani migliori hanno passo lento ed impronta gospel. Assai piacevole per l’ascolto in coppia, meno coinvolgente per una festa tra amici.
Voto Microby: 7.6
Preferite: It Comes Back To You, My Troubled Heart, Oh My Love
 
STEVE ROTHERY (2014) The Ghosts of Pripyat
Per il chitarrista dei Marillion (sia era- Fish che -Hogarth) lo spunto ad incidere il primo disco da solista viene dall’invito a partecipare nel 2013 ad un festival della chitarra a Plovdiv (Bulgaria). Nel debutto presenta sette brani strumentali di marca progressive, ma che a differenza dei Marillion gravitano più in area Pink Floyd (periodo Wish You Were Here) che Genesis, e ancor più seguono la scia dei Porcupine Tree prog (peraltro ospite nel disco Steven Wilson, oltre a Steve Hackett). Nessuna nuova proposta, ma eccellenti linee melodiche prive dei barocchismi seventies, col valore aggiunto di più di una chitarra (acustica ed elettrica) da lode.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Morpheus, Kendris, The Ghosts of Pripyat


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