venerdì 7 aprile 2017

Recensione: Conor Oberst, Drew Holcomb


CONOR OBERST - Salutations (2017)
Ottimo album che riporta Conor ai fasti dei migliori album fatti con i Bright Eyes o i Monsters of Folk. Un disco ricco di rimandi da singer-songwriter californiano (Anytime Soon ricorda il sound dei Dawes e del loro mentore Jackson Browne), influenze dylaniane anni ’70 (Too late for Fixate, Afterthought), ballate sognanti e di ampio respiro (Tachycardia) con doppie testiere e armonica sempre in primo piano, perfino ricordi del primo Van Morrison, quello californiano (Barbary Coast).
Impreziosito dalla partecipazione di Jim Keltner (leggendario batterista di Joe Cocker, Leon Russell, Bob Dylan, Ry Cooder, John Hiatt, e in questo disco anche co-produttore), James Felice (Felice Brothers), Jim James (My Morning Jacket), Gillian Welch, M. Ward, Jonathan Wilson, Taylor Goldsmith dei Dawes, Jonathan Rice, per uno dei migliori album di inizio 2017. Da ascoltare: Till St. Dymphna Kicks Us Out, Tachycardia, Empty Hotel By the Sea, Too Late to Fixate. Voto: ☆☆☆☆1/2


DREW HOLCOMB & THE NEIGHBORS - Souvenir (2017)


Decimo album del gruppo di Memphis, a due anni dal precedente “Medicine”, sicuramente una delle migliori band nel genere “americana”. Il barbuto Drew Holcomb, alla voce, chitarra e armonica, ed il resto del gruppo (tra cui la moglie Ellie al pianoforte) ci propone un disco di appassionato ed adrenalinico rock americano, con contaminazioni roots, folk e country classico e gli ingredienti tipici del genere: fingerpicking west-coast, lentoni con armonica e pianoforte (Postcard Memories, Wild World), ballate folk (Fight for love) e profusioni di pedal-steel (Yellow Rose of Santa Fe).  Rispetto al precedente lavoro c’è più sperimentazione sonora, con ballate sussurrate e polverose alternate a rock più carichi, quasi fosse un Ryan Adams modulato dal pop-rock alla David Grey. Consigliato. Da ascoltare: Mama's Sunshine Daddy's Rain, California, Wild World. Voto: ☆☆☆☆



2 commenti:

microby ha detto...

CONOR OBERST: Solitamente un artista pubblica un album con arrangiamenti pieni per poi riproporlo, generalmente molti anni dopo e se il disco è stato di successo o è diventato di culto, in versione unplugged. Conor Oberst ha fatto il contrario: lo scorso anno ha dato alle stampe "Ruminations", 10 brani scarni ed essenziali nei suoni (piano, chitarra acustica, armonica e voce: raramente più di 2 strumenti insieme) ma la cui scrittura si intuiva di buon livello. A mio parere tuttavia un filo noioso. Quest'anno l'ex Bright Eyes pubblica "Salutations" che comprende i 10 brani di "Ruminations" più sette inediti, tutti deliziosamente arrangiati e che si fanno apprezzare sia per qualità di penna che di suoni. A mio parere, il suo più bel lavoro da solista di sempre. Ovviamente raccomandato ai dylaniani.
Voto Microby: 8.3
Preferite: Barbary Coast (Later), Napalm, Gossamer Thin, Too Late To Fixate

microby ha detto...

DREW HOLCOMB : si apprezza sempre la varietà di stili e l'ecletticità di interpretazione del barbuto Drew, che tuttavia a mio parere erano di livello superiore nel precedente "Medicine", col quale Luca ce l'avevi fatto conoscere.
Contagiosamente positivo l'ascolto in auto, per cui perfetto per l'attuale stagione.
Voto Microby: 7.3
Preferite: Fight For Love, The Morning Song, Black And Blue (è pure interista!!)

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