lunedì 26 giugno 2017

ALT-J


ALT-J (2017) Relaxer




Veniamo subito alla conclusione: il terzo album dei genietti nerds inglesi è una delusione. Parte bene con 3WW, un brano rarefatto e disritmico degno del secondo lavoro, seguìto da In Cold Blood, un pop orecchiabile nello stile originale che aveva imposto gli Alt-J all’attenzione generale. Il problema è che le cartucce sono già finite con due canzoni che non figurerebbero in un loro “best of”. Si prosegue infatti con una versione straniata, distopica e soporifera del classico House of The Rising Sun, e da lì a zig-zag tra canzoni e sonorità che, a detta dei nostri, cercano soluzioni originali osando dove altri non sono arrivati. Ma il “famolo strano” non è stavolta sinonimo di qualità, perché in definitiva non si percepiscono né valide melodie, né idee, né sostanza né, soprattutto, una direzione (non vi è traccia nemmeno del prog 2.0 che avevano proposto nel precedente album). E quel che resta ad un ascolto anche attento è, nella seconda parte del lavoro, pura noia, sostantivo finora inaccostabile al trio di Leeds. Più che Relaxing, l’album risulta Boring. Che dire altro di una band partita con un capolavoro di intelligenza pop, e che ha perso una stella di valutazione ad ogni disco successivo? Forse solo che è tristemente in bella compagnia di altre recenti grandi promesse che hanno, chi più chi meno, deluso le aspettative alla fatidica prova del terzo album, quello della maturità: Mumford & Sons, San Fermin, Jake Bugg, perfino Fleet Foxes. Aspettiamo fiduciosi il ritorno di un’ispirata creatività.
Voto Microby: 6
Preferite: In Cold Blood, 3WW, Deadcrush

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