domenica 1 luglio 2018

Recensione: Cosmo Sheldrake - The Much Much How How And I (2018)

Che sia un personaggio stravagante mi pare abbastanza indubbio. Multistrumentista 24enne di Hampstead, Londra, ha imparato a suonare il piano (a orecchio) a 4 anni e, con il passare degli anni, ha iniziato a collezionare strumenti (al momento ne sa suonare almeno trenta). Da adolescente sperimenta l’elettronica dandosi per lo più al campionamento ed al looping di musica di ogni genere, diventando un esperto delle più svariate combinazioni musicali, rimaneggiando e improvvisando sonorità da qualsiasi cosa gli passasse sotto le mani (per esempio registrando performance dal vivo all’interno di una lavanderia a gettoni o su un peschereccio). Il padre, biologo, gli insegna la passione per la natura e la madre, che Sheldrake considera sua principale fonte di ispirazione musicale, insegna canto armonico etnico; lui stesso studia antropologia ed è attualmente impegnato a rintracciare i suoni di animali estinti (!).
In questo geniale disco i brani traggono ispirazione da suoni catturati nell’ambiente (treni, scale mobili, pipistrelli, monete, uccelli, gatti, sottomarini) diventando la base di musica dall’accento teatrale, alternando chamber-pop a digressioni jazz, stilemi canterburiani e musica sinfonica. Sheldrake riesce, non si sa come, ad integrare generi, stili e suoni diversi, traducendo il caos musicale in un collage perfettamente armonico di canzoni dall’impronta pop-art. Un album musicalmente ricco e complesso ma che sicuramente va considerato come uno dei migliori debut-album dell’anno. Il rimando più chiaro sono gli Alt-J, ma anche Woodkid, Sufjan Stevens, Michael Nyman.  Da ascoltare: Linger Longer, Wriggle, Come Along. Voto: 1/2


1 commento:

microby ha detto...

COSMO SHELDRAKE : Ottimo scoop Luca! Concordo che siamo di fronte a uno dei debutti dell'anno. O l'originale giovinastro ha sparato tutte le cartucce all'esordio oppure siamo di fronte ad un vero talento. Concordo sulle canzoni preferite e sui riferimenti musicali, con l'accento su Sufjan Stevens, in parte su Woodkid (e San Fermin), meno su Alt-J (che sostituirei con Beirut e le sue digressioni balcaniche). Il mio voto sarebbe 9 per la prima "facciata", 7.5 per la seconda. Totale 8.2 e un personaggio assolutamente da tenere d'occhio!

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