Genere: Folk-Pop
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Preferite:
Good Woman, Nothing’s Gonna Happen, Devotion
Riponevo parecchie aspettative, dopo l’esordio nel 2012, sul trio al femminile da Watford, poco distante da Londra: il folk inglese sembrava aver trovato una via di espressione equidistante tra quello colto delle sorelle Unthanks e quello indie di Laura Marling. Invece la scelta delle tre sorelle Staveley-Taylor è caduta su una proposta più mainstream. A distanza di quattro anni da un album collaborativo con yMusic ma in realtà di sei anni dal secondo atto autografo (prodotto nel 2015 da Justin Vernon: un folk-pop ancora gentile ibridato con Laurel Canyon), alla terza, attuale fatica le Staves si affidano alla produzione di John Congleton, già a suo agio nel trattare la materia folk in ambito pop (The Decemberists, Angel Olsen), e pubblicano un album che non è né carne né pesce: è sofisticato come il pop dei Fleetwood Mac, ma non possiede né la scrittura della band inglese californiana di adozione, nè l’intima raffinatezza folk delle Unthanks; propone belle armonizzazioni vocali senza tuttavia la brillantezza catchy delle sorelle Soderberg (First Aid Kit, della serie: se usciamo dalla famiglia non funziona); aggiunge spunti indie senza mai nemmeno sfiorare la profondità delle conterranee Smoke Fairies. Ma soprattutto non scalda mai il cuore: un compito calligraficamente ineccepibile, tuttavia lontano dall’arte. Peccato che uno iato di sei anni abbia partorito un topolino.