lunedì 24 febbraio 2020

Recensione: Marcus King - El Dorado (2020)

MARCUS KING - El Dorado (2020)

Ventitré anni ma una classe da veterano, Marcus King dopo tre dischi sotto il nome di MK Band, pubblica un disco a suo esclusivo nome facendosi affiancare da quella vecchia volpe di Dan Auerbach, motore musicale dei Black Keys e re Mida di molte delle nuove promesse musicali in giro per il mondo.  Oltre ad affiancarlo con una serie di veterani, Auerbach lo accompagna al basso ed alla chitarra, sgrezzandone il suono ed attualizzando il suo genere con una elegante patina mainstream. Ballate soul e R&B, atmosfere southern e fumose volute jazz, ne fanno apprezzare il talento senza far perdere l’impatto della sua voce calda e graffiante. Un disco che sa di polvere, di passioni, di Mississippi e di suggestioni western. Da ascoltare: Wildflowers & Wine, One Day She’s Here, Too Much Whiskey. Voto:

giovedì 20 febbraio 2020

Recensioni: Stone Temple Pilots, Nada Surf

STONE TEMPLE PILOTS - Perdida (2020)

Il gruppo di San Diego ha passato negli anni una serie di rovesci legati soprattutto alle bizze (ed alla dipendenza da eroina) del frontman Scott Weiland, poi morto 5 anni fa. Gli STP erano entrati di prepotenza nella storia del grunge anni 90 proprio grazie al vocione di Weiland ed ai loro caratteristici riff elettrici. Ora, con una nuova voce solista, Jeff Gutt, il gruppo torna con un lavoro interamente acustico, magari non troppo originale e lievemente mellifluo, ma di sicuro impatto e di grande intensità.
Si sente il profumo del Sud nell’apertura “Fare Thee Well” e si avverta una profonda vena malinconica che dalla title track (questa sì effettivamente un pò sanremese) si diffonde lungo tutto il disco: molti critici (si veda la pessima recensione di Rolling Stone, rivista che più di tutti li aveva lanciati in occasione del loro debutto “Core”) hanno storto il naso, sicuramente prevenuti per la mancanza della vena autenticamente rockettara del gruppo. Credo sia corretto valutare questo lavoro per quello che è:  un buon disco, sincero, leggero, ma non per questo poco efficace o meno piacevole. Da ascoltare: Fare Thee Well, Three Wishes.  Voto:



NADA SURF - Never Not Together (2020)

Al loro nono lavoro in 24 anni (decisamente poco prolifici…), il gruppo indie newyorkese si è sempre caratterizzato per uno stile prevalentemente improntato sul power-pop. L’approccio melodico orecchiabile, le chitarre semplici e piacevoli, le tastiere fluide ed insinuanti, rimandano ad una sorta di mix tra il pop classico anni ’60 (Kinks e compagnia bella) ed i ritmi più sincopati degli anni 2000 (i Cars soprattutto: ed in effetti l’album è dedicato a Ric Ocasek che aveva prodotto il loro primo EP del 1996).  In questo lavoro le atmosfere si arricchiscono di influenze dream-pop e psych-rock alla Church o Matthew Sweet, a ricordi prog dei primi Genesis ed anche ad approcci acustici alla Paul Simon.

L’album è perfetto per rilassarsi, con il suo suono ipnotico, gli arpeggi malinconici e gli arrangiamenti morbidi. Da ascoltare: So Much Love, Come Get Me.  Voto: 1/2



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