martedì 26 ottobre 2021

THE STAVES (2021) Good Woman


Genere
: Folk-Pop

Simili: First Aid Kit, Haim, Smoke Fairies

Voto Microby: 6.5

Preferite: Good Woman, Nothing’s Gonna Happen, Devotion

Riponevo parecchie aspettative, dopo l’esordio nel 2012, sul trio al femminile da Watford, poco distante da Londra: il folk inglese sembrava aver trovato una via di espressione equidistante tra quello colto delle sorelle Unthanks e quello indie di Laura Marling. Invece la scelta delle tre sorelle Staveley-Taylor è caduta su una proposta più mainstream. A distanza di quattro anni da un album collaborativo con yMusic ma in realtà di sei anni dal secondo atto autografo (prodotto nel 2015 da Justin Vernon: un folk-pop ancora gentile ibridato con Laurel Canyon), alla terza, attuale fatica le Staves si affidano alla produzione di John Congleton, già a suo agio nel trattare la materia folk in ambito pop (The Decemberists, Angel Olsen), e pubblicano un album che non è né carne né pesce: è sofisticato come il pop dei Fleetwood Mac, ma non possiede né la scrittura della band inglese californiana di adozione, nè l’intima raffinatezza folk delle Unthanks; propone belle armonizzazioni vocali senza tuttavia la brillantezza catchy delle sorelle Soderberg (First Aid Kit, della serie: se usciamo dalla famiglia non funziona); aggiunge spunti indie senza mai nemmeno sfiorare la profondità delle conterranee Smoke Fairies. Ma soprattutto non scalda mai il cuore: un compito calligraficamente ineccepibile, tuttavia lontano dall’arte. Peccato che uno iato di sei anni abbia partorito un topolino.

lunedì 11 ottobre 2021

AYRON JONES (2021) Child of The State


Genere
: Hard-rock, Hard Rock-blues

Simili: Jimi Hendrix, Living Colour, Tom Morello, Gary Clark Jr, Lenny Kravitz

Voto Microby: 7.8

Preferite: Boys From The Puget Sound, Baptized in Muddy Waters, Take Me Away

Non è esattamente classificabile come hard-rock, né nu-metal, né blues, né rock, né soul, ma come altrimenti definire un artista che al suo debutto su album cita ed embrica con perizia ispirativa prima che tecnica Jimi Hendrix, Living Colour, Tom Morello, Soundgarden, Eric Gales, Gary Clark Jr, Lenny Kravitz, Prince? Nato e cresciuto a Seattle, infanzia e gioventù difficili come da iconografia del grunge ma con l’aggravante del colore della pelle (nell’incipit del disco Jones minaccia “I already called the fucking police, cause we’re the baddest bit in town” prima di esplodere rabbiosamente la sua chitarra elettrica), sembra naturale che il nostro urli il proprio malessere come Kurt Cobain in Smell Like Teen Spirit ma contaminandolo con una potente dose di blackness. Lo riassume bene Timothy Monger in AllMusic: “Seattle singer, songwriter, and guitarist Ayron Jones plays a fiery amalgam of Jimi Hendrix-inspired guitar wizardry, heavy grunge grooves, and a hard blues-rock feel with occasional detours into hip-hop and soul”. Sfuggirà ai puristi dei singoli sottogeneri musicali citati (più facile l’approccio per gli amanti di hard rock/nu metal che per quelli di blues/soul), e sarà un peccato, perché invece conquisterà chi ama la contaminazione tra musica nera e bianca non giocata in punta di fioretto ma con la forza propulsiva di sciabolate elettriche sporche, e un cantato non adatto ai tramonti autunnali e ai caminetti invernali, ma alle manifestazioni di lotta e ai garage di Seattle che ci ricongiungono inevitabilmente con la quintessenza di questa musica, sua maestà Jimi Hendrix.

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