martedì 28 febbraio 2017

SAMPHA, RYAN ADAMS




 
SAMPHA (2017) Process


Mi piace molto l’attualizzazione di suoni tradizionali, ma non ho mai amato il nu-soul, così tecnico e matematico, e il più recente alt-R&B, così freddo, entrambi lontanissimi dal fuoco di James Brown, dalla passione di Otis Redding e dal romanticismo di Sam Cooke. Insomma, due nuovi generi in cui mi era difficile ritrovare una traccia della ricetta antica. Con Sampha trovo felicemente coniugate (anche se non per la prima volta: già D’Angelo, Frank Ocean e Solange mi avevano incuriosito in modo musicalmente simile) le radici del soul classico con gli ultimi tre decenni di influenza elettronica ed hip hop, e pur senza entusiasmi mi trovo ad apprezzare (più di testa che di pancia) una scrittura ed una bella voce soul ben servite da ipnotici ritmi trip hop, da metriche hip hop, da melodie che riescono a sposare un’arpa alla Vollenweider con ritmi africani ed un tappeto di suoni elettronici umani, senza rinunciare alla ballata piano e voce. Tutto questo al debutto su album, dopo anni in cui Sampha Sisay ha proposto beat per il grime (il garage rap) agli MC londinesi ed arrangiato il sound di FKA Twigs, Solange, SBTRKT, Drake. Se tutto l’alternative-R&B fosse così, avrebbe acquistato un nuovo fan.
Voto Microby: 7.8
Preferite: Blood On Me, Kora Sings, (No One Knows Me) Like The Piano



RYAN ADAMS (2017) Prisoner



Versatile nei generi musicali e coraggioso nell’affrontare di volta in volta cambi di rotta e sfide anche impopolari, ma (quasi) sempre vincente nelle sue scelte, da campione di americana a rocker alla Springsteen, da bandiera alt-country a cantautore introspettivo, fino a raffinato interprete perfino del teen-pop di Taylor Swift. Ora anche per la star americana è giunto il momento del break-up record, a seguito del divorzio da Mandy Moore. Doloroso, come sottolinea il tono malinconico e intimo dell’album: prevalentemente acustico anche se musicalmente ricco, dalle parti dello Springsteen romantico. “Shiver and Shake” è intensa come “I’m on Fire” di Springsteen, ma se nella notte senza lei il Boss bruciava di passione qui l’assenza provoca brividi” (Andrea Laffranchi, Corriere della Sera). Il fuoco contro la rassegnazione. Non è l’unica differenza tra un capolavoro ed un buon disco (nella ricca discografia del nostro: non indispensabile).
Voto Microby: 7.3
Preferite: Doomsday, Breakdown, To Be Without You
















mercoledì 15 febbraio 2017

Recensioni al volo: Elbow - Little Fictions ; Blackfield V

ELBOW - Little Fictions (2017)
Il loro miglior disco, Cast of Thousands, ha ormai 13 anni mentre il loro lavoro di maggiore successo, Seldom Seen Kid, vincitore del Mercury Prize, è di 5 anni più tardi. Da allora il rendimento della band è via via decresciuto con l’eccezione del bellissimo “Open Arms”, contenuto in Build a Rocket Boys, album per il resto appena discreto. Anche lo storico batterista Richard Jupp ha lasciato la band dopo 25 anni di militanza. Quest’ultimo disco sembra recuperare qualità e qualche degna ispirazione: le canzoni sono costruite intorno a ipnotici e coinvolgenti loop di percussioni, archi e tastiere e la voce di Guy Garvey è sempre splendida. Il brano di apertura Magnificent (she said)  ed anche Trust the Sun rimandano ai Radiohead di A Moon-Shaped Pool. Per chi desidera approfondire, a luglio saranno in Italia (al Vittoriale di Gardone Riviera il 15 luglio, affrettarsi).
Da ascoltare: Head for Supplies, Magnificent (she said), Trust The Sun. Voto: ☆☆☆1/2



BLACKFIELD - V (2017)


Quinto disco per la collaborazione Aviv Geffen/Steven Wilson, data per morta tre anni fa (con tanto di tournée musicale di addio) e invece pienamente a regime con quest’ultimo lavoro. Il segno di questo nuovo impegno è la copertina dell’album stesso, che riprende la vecchia bottiglia, già immortalata sulla copertina del primo album, e soprattutto l’aiuto in produzione del mitico Alan Parsons. Il controllo artistico e creativo viene prevalentemente da Geffen, con Wilson che firma solo il lussureggiante ed autobiografico brano di chiusura “From 44 to 48”. I Blackfield funzionano proprio perché le due personalità ed i due gusti si fondono, ognuno rinunciando alle esagerazioni della propria indole: così Geffen è costretto a smussare il suo spirito gothic e Wilson ad accorciare la lunghezza delle sue tracce determinando una sensazione di ordine e pulizia, attributi quasi impossibile da trovare in qualsiasi altro gruppo rock.  Da ascoltare: How Was Your Ride?, From 44 To 48. Voto: ☆☆☆1/2


lunedì 6 febbraio 2017

Top Ol'55 Movies 2016

Oltre all'abituale contributo di Microby e Barabbovich includo anche la lista proposta dal prof. Massimo Morelli, critico cinematografico e valente promotore di festival e cineforum.

MASSIMO MORELLI
1. Il Figlio di Saul (di L. Nemes)
2. Neruda (di P. Larrain)
3. The Woman Who Left (di L. Diaz)
4. Julieta (di P. Almodovar)
5. Io, Daniel Blake (di K. Loach)
6. Les Amours Imaginaires (di X. Dolan)
7. 45 anni (di A. Haigh)
8. Carol (di T. Haynes)
9. Room (di L. Abrahamson)
10. Ave Cesare (Fratelli Coen)

MICROBY
1. La Pazza Gioia (2016, di Paolo Virzì)
2. Perfetti sconosciuti (2016, di Giulio Genovese)
3. Room (2015, di Lenny Abrahmson)
4. Revenant (2015, di Alejandro Gonzeles Inarritu)
5. The Danish Girl (2015, di Tom Hooper)
6. Il Club (2015, di Pablo Larrain)
7. Mon Roi (2015, di Maewenn Le Besco)
8. Lo Chiamavano Jeeg Robot (2015, di Gabriele Mainetti)
9. Il Ponte delle Spie (2014, di Steven Spielberg)
10. Steve Jobs (2015, di Danny Boyle)

BARABBOVICH
1. Io, Daniel Blake (I, Daniel Blake) (2016) di Ken Loach
2. Il club (El Club) (2015) di Pablo Larrain
3. Revenant - Redivivo (2015) di Alejandro Gonzalez Inarritu
4. Human (2015) di Yann Arthus-Bertrand
5. Colonia (2015) di Florian Gallenberger
6. Sully (2016) di Clint Eastwood
7. La grande scommessa (The Big Short) (2015) di Adam Mckay
8. Lo chiamavano Jeeg Robot (2015) di Gabriele Mainetti
9. Neruda (2016) di Pablo Larrain

10. Perfetti sconosciuti (2016) di Paolo Genovese 

venerdì 3 febbraio 2017

Top 'Ol55 - La Classifica delle Classifiche


Ecco la classifica ottenuta con il contributo di tutti i blogger, per la prima volta un ex aequo.

1° AMOS LEE - Spirit + REGINA SPEKTOR - Remember Us to Life
2° MICHAEL KIWANUKA - Love & Hate
3° BETH HART - Fire on the Floor
4° JONATHA BROOKE - Midnight Hallelujah
5° TRASH CAN SINATRAS - Wild Pendulum
6° RIVAL SONS - Hollow Bones
7° LEONARD COHEN - You Want it Darker
8° DAVID BOWIE - Blackstar
9° MARCUS KING BAND - Marcus King Band
10° FRUITS BATS - Absolute Loser

mercoledì 1 febbraio 2017

Top 'Ol 55 - Classifica per sottogeneri

Prima della classifica generale, scendiamo nei particolari: ecco la lista dei dischi migliori per singolo sottogenere.

LEGENDA M= Microby; L = LucaF; E= El Cumenda

CLASSIC ROCK
(M) Peter Wolf– A cue for loneliness;  (L) Radiohead - A Moon Shaped Pool(E) Rival Sons- Hollow Bones
RETRO-ROCK
(M) The Monkees – Good Times!, (L) Weeping Willows - Tomorrow Became Today;
INDIE-POP ROCK
(M) Car Seat Headrest- Teens of Denial; (L) Martha Wainwright - Goodnight City; (E) Lambchop- Flotus
SOUL
(M+L+E) Micheal Kiwanuka – Love & Hate
RETRO-SOUL
(M+L)William Bell – This is where I live; (E) The Tibbs - Takin' Over
SOUL-ROCK 
(M+L+E) Beth Hart – Fire on the Floor;  
SOUL-POP
(M) Van Morrison – Keep me Singing;  (L) Andrew Roachford - Encore;
SOUL-R&B
(M+L) Amos Lee - Spirit; (E) Anderson Paak - Malibu
NU-SOUL
(M) Laura Mvula – The Dreaming Room (L) Corinne Bailey Rae - The Heart Speaks in Whispers
R&B-DANCE
(L) Gregory Porter - take to the Alley; (E) ABC - The Lexicon of love II
ALTERNATIVE R&B
(M) Solange - A Seat at the Table
LATIN:
(L+E) Santana - IV
BLUES
(M) Moreland & Arbuckle - Promised Land or Bust;  (L) Tedeschi Trucks Band - Let Me Get by(E) Fantastic Negrito - The Last Days of Oakland
BLUES-ROCK
(L) Royal Southern Brotherhood- The Royal Gospel; (E) Gov't Mule - The Telstar Session
SOUTHERN ROCK
(M) The Marcus King Band – The Marcus King Band;  (L) Owen Campbell - Breathing Bullets; (E) Blackberry Smoke- Like an Arrow
HARD-ROCK

(E) Inglorious - Inglorious
FOLK
(M) Piers Faccini – I Dreamed an Island(L) Jill Freeman - A Handmade Life; (E) Passenger - Young as the Morning
FOLK-ROCK
(M) Parker Millsap – The Very Last Day;   (L) Griffin House - So On and So Forth
FOLK-POP
(M) Villagers – Where Have You Been All My Life?;  (L) Jonatha Brooke - Midnight Hallelujah
SINGER-SONGWRITER
(M) Michael McDermott - Willow Springs;  (L) Leonard Cohen - You Want it Darker;  (E) Ana Popovic - Trilogy
AMERICANA
(M) Sturgill Simpson - A Sailor's Guide to earth;  (L) Butch Walker - Stay Gold; (E) Handsome Family - Unseen
COUNTRY
(M) Aubrie Sellers - New City Blues;   (L) Dylan LeBlanc - Cautionary Tale; (E) Whiskey Myers - Mud
COUNTRY-ROCK
(M+L) Green River Ordinance – Fifteen; (E) The Stray Birds - Magic Fire
NU-COUNTRY
(L) Dawes- All Your Favourite Bands; (F) The Westies - Six on the Out
POP
(M) Ed Harcourt – Furnaces;  (L) Nada Surf - You Know Who You Are; (E) Dawes - We're all Gonna Die; 
EASY LISTENING
(M+L) Robbie Williams – The Heavy Entertainment Show; (E) LeAnn Rimes - Remnants
CHAMBER POP
(M) Agnes Obel – Citizen of Glass;  (L) The Divine Comedy - Foreverland
ALT-POP
(M + L) Regina Spektor – Remember Us to Life
ELETTRO-POP
(L) Pajaro Sunrise - The Collapse ;  (E) Pet Shop Boys- Super
ELETTRONICA
(M) Bon Iver - 22, A Million(E) Yello - Toy
PROGRESSIVE
(M) Steven Wilson – 4 1/2;  (L) The Syn - Trustworks, (E) Kansas - The Prelude Implicit
PSICHEDELIC ROCK
(M+L) The Chris Robinson Brotherhood – Any Way You Love We Know How You Feel; (E) Woods - City Sun Eater
DEBUT-ALBUM
(M) Thomas Cohen – Bloom Forever; (L) Anna Tivel - Heroes Waking Out
LIVE ALBUM
(L) Samuele Bersani - La Fortuna che Abbiamo; (E) Neal Morse - Alive Again
ITALIANI
(L) Chiara Dello Jacovo - Appena Sveglia; (E) James Senese - O Sanghe
JAZZ: 
(L) Kenny Barron Trio - Book of Intuition; (E) The Comet is Coming - Channel the Spirit
JAZZ-FUSION:
(L) Gregory Porter - Take to the Alley;
SOUNDTRACK: 
(L) Duncan Sheik - American Psycho

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