Cantautore del Missouri, non molto prolifico (5 dischi in 13 anni), ha pubblicato quest'ultimo lavoro avvalendosi dell'aiuto di alcuni amici musicisti (il mandolinista Sam Bush, le coriste Gretchen Peters e Matraca Berg, il chitarrista Jerry Douglas) e, benché il loro contributo sia tutt'altro che minimale, è la voce di JB che domina ed illumina il disco. Una voce che ricorda il caldo timbro di Willy DeVille, ma anche la rabbia di Springsteen, l'ironia di Randy Newman e, perché no, anche l'impatto melodico del primo Tom Waits, quello del periodo "Asylum" per intenderci.
Un perfetto mix di country, folk, blues e gospel con qualche digressione pop di assoluta classe ed un'impronta soul che fa pensare di essere davanti ad un figlio di Memphis piuttosto che di Nashville come lui si definisce abitualmente. I migliori brani: "Walking Home" (la tipica canzone folk rock americana con il chitarrone di Douglas), "Wounded Heart", "Making the day" (ballata acustica con il mandolino di Bush in bella evidenza), "Waiting".
Un disco stupendo, degna conclusione di un'annata senza punte eccelse ma con un valore medio decisamente elevato.
Voto: ★★★★
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