SAMPHA
(2017) Process
Mi
piace molto l’attualizzazione di suoni tradizionali, ma non ho mai
amato il nu-soul,
così tecnico e matematico, e il più recente alt-R&B,
così freddo, entrambi lontanissimi dal fuoco di James Brown, dalla
passione di Otis Redding e dal romanticismo di Sam Cooke. Insomma,
due nuovi generi in cui mi era difficile ritrovare una traccia della
ricetta antica. Con Sampha trovo felicemente coniugate (anche se non
per la prima volta: già D’Angelo, Frank Ocean e Solange mi avevano
incuriosito in modo musicalmente simile) le radici del soul
classico con gli ultimi tre decenni di
influenza elettronica
ed hip hop, e
pur senza entusiasmi mi trovo ad apprezzare (più di testa che di pancia) una scrittura ed una bella voce soul ben servite da ipnotici
ritmi trip hop,
da metriche hip hop, da melodie che riescono a sposare un’arpa alla
Vollenweider con ritmi africani ed un tappeto di suoni elettronici
umani, senza rinunciare alla ballata piano e voce. Tutto questo al
debutto su album, dopo anni in cui Sampha Sisay ha proposto beat per
il grime (il garage rap) agli MC londinesi ed arrangiato il sound di FKA
Twigs, Solange, SBTRKT, Drake. Se tutto l’alternative-R&B
fosse così, avrebbe acquistato un nuovo fan.
Voto
Microby: 7.8
Preferite:
Blood
On Me, Kora Sings, (No One Knows Me) Like The Piano
RYAN
ADAMS (2017) Prisoner
Versatile
nei generi musicali e coraggioso nell’affrontare di volta in volta
cambi di rotta e sfide anche impopolari, ma (quasi) sempre vincente nelle sue
scelte, da campione di americana a rocker alla Springsteen, da
bandiera alt-country a cantautore introspettivo,
fino a raffinato interprete perfino del teen-pop di Taylor Swift. Ora
anche per la star americana è giunto il momento del break-up
record, a seguito del divorzio da Mandy
Moore. Doloroso, come sottolinea il tono malinconico e intimo
dell’album: prevalentemente acustico anche se
musicalmente ricco, dalle parti dello Springsteen
romantico. “Shiver
and Shake” è intensa come “I’m on Fire” di Springsteen, ma
se nella notte senza lei il Boss bruciava di passione qui l’assenza
provoca brividi” (Andrea
Laffranchi, Corriere
della Sera).
Il
fuoco contro la rassegnazione.
Non è l’unica differenza tra un capolavoro ed un buon disco (nella
ricca discografia del nostro: non
indispensabile).
Voto
Microby: 7.3
Preferite:
Doomsday,
Breakdown, To Be Without You