Genere: Folk, Country, Indie-Rock, Psichedelia, Singer-songwriter
Simili: AAVV
Voto Microby: 7.5
Preferite: Our Anniversary, I Love You, My
Wild Kindness, Deacon Blues, Blackness of The Night
Durante il lockdown pandemico Bill Callahan (Smog) e Bonnie
“Prince” Billy (Will Oldham, Palace, Palace Brothers) decisero di impiegare il
tempo commissionando ad artisti della propria etichetta la registrazione di
alcune covers scelte dai due, lasciando ampia libertà di
interpretazione in collaborazione con i due artisti. I quali, da sé, in comune
hanno solo lo status di icona indie e radici folk-cantautorali con predilezione
per i suoni acustici ed essenziali. Ma tanto è musicalmente contemplativo e con
voce baritonale Callahan, quanto è irrequieto e con timbro efebico Oldham. I
brani completati (audio e video) vennero condivisi settimanalmente sui social
nell’autunno-inverno 2020/2021, in una rubrica online denominata Blind Date Party. Ma il risultato finale
andò ben oltre le aspettative artistiche di chi si aspettava un semplice
prodotto semi-artigianale pour le plaisir,
tanto che ora l’etichetta decide la pubblicazione di una ventina di brani su album
doppio intitolato appunto “Festa al buio”. Chi conosce la storia artistica di
Callahan/Oldham si sorprenderà per la scelta degli artisti coverizzati, che
ingloba con nonchalance Lou Reed come
Hank Williams Jr., Billie Eilish e Cat Stevens, Steely Dan come Jerry Jeff
Walker, Robert Wyatt e Lowell George, Iggy Pop e Leonard Cohen, Air Supply e
John Prine. La medesima, spiazzante eterogeneità sorprende anche sul piano
realizzativo di genere, passando dal folk al rock, dalla psichedelia all’outlaw
country, dal bluegrass alle distorsioni elettriche, dal reggae al soul, dal
tex-mex ad accenni di elettronica. E i collaboratori (non semplici
“featurings”) sono di conseguenza altrettanto variegati: Matt Sweeney, Alasdair
Roberts, Bill MacKay, Dead Rider, David Pajo, Mick Turner, Nathan Salzburg, Ty
Segall, Six Organs of Admittance, David Grubbs, Cassie Berman tra gli altri. Novanta
minuti totali che, se non hanno il dono della concisione e dell’omogeneità,
hanno quello della fantasia e della libertà in un ambito folk-rock dai contorni
molto dilatati. E’ vero che il risultato finale è più simile ad una (ottima)
compilation che ad un unicum coeso, e che pertanto accontenterà/scontenterà tutti,
ma gli ascoltatori pescheranno gioiellini del genere amato nascosti tra le
pieghe di stili abitualmente poco frequentati.
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