mercoledì 8 dicembre 2010

Clapton 2010

Per il suo primo disco solista dopo 5 anni, Slowhand decide di costruire un album dalle tonalità "oldies" mischiando cover (molte) a brani inediti (pochi) e chiamando al suo cospetto un gran numero di fantastici musicisti (Jim Keltner alle percussioni, Willie Weeks al basso e Walt Richmond alle tastiere) per non parlare delle numerose guest stars (J J Cale su tutti, Wynton Marsalis, Sheryl Crow, Derek Trucks, Allen Toussaint e un buon numero di componenti della mitica Preservation Hall Jazz Band ai fiati). Quello che ne esce è un disco molto rilassato, ovviamente di qualità tecnica superiore, infarcito di pezzi blues, blues-rock, jazz e perfino pop, ma di fatto un album per fans, per gente che, come il sottoscritto, adora Clapton. Come ho letto da qualche parte: "Chi di blues ne sa, sa di Clapton; chi ama il blues, vive di Clapton"
.

Registrato parte a Los Angeles e parte a New Orleans contiene ben 14 pezzi (forse troppi) fra cui però almeno 8-9 tracce sono assolutamente degni di attenzione a cominciare dallo splendido pezzo che vi propongo in video scritto da J J Cale nel 1971 per il mitico album "Naturally" (che contiene fra l'altro pezzi come After midnight, Call me the breeze e Magnolia".

Segnalo ancora "Rocking chair" con uno splendido Derek Trucks alla slide guitar, "How deep is the ocean" di Irving Berlin con Wynton Marsalis alla tromba, "Diamonds made from rain" uno dei pochi pezzi inediti ma destinato a fare strada come singolo in cui si registra la collaborazione di Sheryl Crow, "Hard times blues" (forse il pezzo più elegante di tutto il disco) e la stupenda traccia finale "Autumn leaves".
Insomma un disco per appassionati del genere ma sicuramente una delle cose più convincenti fatte da Clapton come solista.

1 commento:

lucaf ha detto...

Dopo 19 album, Clapton rimane sempre il maestro del rock blues mondiale. Colui che è in grado di reinventare e farci riscoprire capolavori persi nel tempo esplorando la sua memoria del jazz di New Orleans, del Texas-Blues o degli standard anni '30. Il solito grande disco di classe.

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