giovedì 14 giugno 2012

Minirecensioni: Gaz Coombes, Richard Hawley, Soundtrack of our Lives

Gaz Coombes: Here Come the Bombs (2012).
Si pensava che la sua band avrebbe fatto una brutta fine dopo le multiple fratture vertebrali del bassista (in un episodio di sonnambulismo....), ma Gaz Coombes (leader e voce solista dei Supergrass), è riuscito a pubblicare questo lavoro molto interessante in cui riesce a miscelare i Beatles di Revolver ("Hot Fruit"), il David Bowie del periodo berlinese ("Bombs"), un po' di electropop ("Break the silence") ed addirittura i 10cc ("Sleeping giants").  Un disco interessante ed assai godibile. Voto ★★★
Richard Hawley : Standing at the Sky's Edge (2012).
Chi si aspettava il solito disco di ballate old-fashion ne è sicuramente rimasto deluso anche se sembra abbia ancora una volta messo indietro la macchina del tempo stavolta fino ai tempi cosmico-lisergici di Lovin' Spoonful, Stooges e compagnia bella psichedelica.  Il solito disco morbido, forse troppo. Voto ★★1/2
The Soundtrack of Our Lives: Throw it to the Universe (2012).
Rockettari svedesi, nati come epigoni degli Oasis, ed arrivati al successo con il loro stupendo Behind the Music del 2001 (classificatosi al secondo posto dei Grammy per "best alternative music album" di quell'anno, dietro i Coldplay), in giro da ben 16 anni pur avendo solo 7 album al loro attivo, hanno purtroppo annunciato lo scioglimento della band alla fine del tour di supporto proprio di questo lavoro, ultima occasione di ascoltarli ed apprezzarli. Anche in quest'album, ottimamente riuscito, si ha una perfetta fusione tra un caldo rockpop classico e psichedelica pura avvolgente e mai troppo ridondante.   Voto ★★★

2 commenti:

microby ha detto...

Un commento a Richard Hawley, che dopo 6 albums in cui si è conquistato la fama di crooner notturno, degno erede di Scott Walker e Lee Hazlewood, ha stupìto tutti virando al rock sulle orme della Mark Lanegan Band ma soprattutto del brit-pop psichedelico stile Kula Shaker e Stone Roses, e marcatamente con un lavoro che sembra il gemello di Standing On The Shoulder of Giants degli Oasis. A me, cui quest'ultimo album era piaciuto molto, l'attuale cambio di passo dell'inglese ha convinto (e, non avrei detto, si sposa molto bene con la sua scrittura). Certo, non originale, ma è il prodotto di un artista che ha classe da vendere... Per me 7.7/10
Mi ascolterò gli altri, incuriosito soprattutto da Gaz Coombes, visto che mi piacciono molto i Supergrass.

microby ha detto...

L’ex leader dei Supergrass non si limita a proseguire l’alta qualità del brit-pop della band, ma osa rischiare il connubio tra riffs di chitarra hard ed elettronica da dance-hall. Riuscendovi, perché la classe non è acqua, anche se il risultato finale è un pop-rock energico e vitale che necessita però di maggior equilibrio fra le parti. Per me è un 7.4/10

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