venerdì 16 agosto 2013

MINIRECENSIONI: Mavis Staples, Treetop Flyers, Billy Bragg, Ron Sexsmith, Ed Harcourt

  • MAVIS STAPLES (2013) One True Vine
  • La più dotata delle sorelle Staples, figlia di Pops, continua a stupire sempre grazie alla collaborazione, già riuscitissima 3 anni fa, con il leader dei Wilco Jeff Tweedy. Perché la voce bassa ed il semi-talkin’ di Mavis si sposano perfettamente con la blackness spogliata, scarna, resa essenziale dalla produzione di Tweedy, che trasforma il soul-gospel di 7 covers e 3 brani composti da lui stesso in una sorta di “americana”, genere tipicamente bianco, in versione black: la gioia esplosiva e la disperazione fatalista della negritudine sono trattenute, scarnificate, ed il risultato è qualcosa di nuovo, e di valore, alla tenera età di 74 anni. 8/10

  • TREETOP FLYERS (2013) The Mountain Moves
  • Difficile credere che il quintetto guidato dalla voce singolare, quasi femminea di Reid Morrison non abbia radici in California ma addirittura provenga da Londra, talmente suona americana. Un esordio con qualche ingenuità ma anche tanta freschezza, come se gli America incontrassero i Black Crowes con spruzzate di Alabama Shakes e Fleet Foxes. Assolutamente da tenere d’occhio. 8/10


  • BILLY BRAGG (2013) Tooth & Nail
  • Abbandonata la rabbia folk-punk degli esordi (chi la vuole ritrovare ascolti oggi Frank Turner), il Woody Guthrie inglese è oggi un uomo pacificato che in musica affronta con qualità sia temi sociali che personali, con voce calda, chitarra acustica e ricami di slide e piano, più guardando l’America che la natìa Inghilterra. Produce Joe Henry. 7.4/10

  • RON SEXSMITH (2013) Forever Endeavour
  • Da circa 20 anni il cantautore canadese ci coccola con la sua voce intima e vellutata, tra il crooner ed il confessionale, con arrangiamenti acustici impreziositi da una sezione di archi aggraziati e da fiati morbidi. E’ tornato a produrre Mitchell Fromm, al fianco del nostro nei primi 3 albums, ma l’impressione è che Sexsmith abbia già dato il meglio di sé nei ’90. Da riporre al fianco di Josh Rouse, Josh Ritter, Elliott Smith, Alexi Murdoch. 7.2/10

  • ED HARCOURT (2013) Back Into The Woods
  • Attivo dal 2001, il cantautore del Sussex non sbaglia un colpo: più alternativo di Richard Hawley, più classico di Rufus Wainwright, meno sociale di Jackson Browne, meno istrionico del primo Elton John, ma a tutti costoro in parte debitore, anche in quest’ultimo, scarno album di belle canzoni, in cui si accompagna solo con piano e chitarra acustica. Peccato, perché solitamente eccelle anche negli arrangiamenti. 7.4/10

1 commento:

lucaf ha detto...

Mavis Staples - . La tua definizione di genere "americana" in versione black, calza a pennello di questo nuovo disco. In effetti lei ama circondarsi di produttori/ispiratori fuori genere: Ry Cooder (produttore di We'll turn back del 2007), Jeff Tweedy, Joe Henry, Alan Sparhawk (Low), ecc. Un buon disco, non proprio tipico e forse questa è la sua forza. Voto ★★★
Ron Sexsmith - Per chi ha amato Time Being o Exit Strategy of Soul è sicuramente un passo indietro. Voto ★★.
Billy Bragg - fimalmente un disco di buon spessore come non ne sentivamo da un pò da questo incazzatissimo musicista. Voto ★★★.
Ed Harcourt - La scarnificazione musicale non sempre, purtroppo, produce qualità. Un passo falso. Voto ★★

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