Una trentenne di colore col fisico da modella e la capigliatura da Medusa che da Memphis, cuore della negritudine americana, interpreta la musica popolare bianca!
In un repertorio in cui predomina il folk scarno alla Jolie Holland/Alela Diane, è in realtà la varietà di generi che rappresenta insieme il pregio (una tavolozza di colori che le 2 sopracitate si sognano) ed il limite del lavoro (si va dal folk degli Appalachi a quello cantautorale, dal country nashvilliano al blues elettrico, da arrangiamenti nu-soul a quelli anni ’50, da riffoni R’n’B a sonorità orientali, in una frammentarietà che in parte nuoce all’album). Lega il tutto una voce acuta, acidula, che diremmo tipicamente africana se non sapessimo che viene dal Tennessee, e che può essere amata od odiata, ed il suono di chitarre subsahariane alla Tinariwen. Peccato non aver insistito sul genere che apre il disco con la meraviglia di Workin’ Woman Blues, il ponte perfetto tra il blues del Mali e la musica popolare bianca americana, fusione non completamente riuscita nemmeno a Ry Cooder/Ali Farka Toure. Una nuova stella è nata. Cercasi produttore che la sappia far risplendere come merita.
Preferite: Workin’ Woman Blues, Pushin’ Against A Stone, On My Way
Voto Microby: 7.7/10
1 commento:
La copertina ipervintage mi aveva attratto da subito, ricordandomi un celebre quadro di Piero della Francesca. Il disco è molto interessante ma discontinuo e, come tu stesso hai notato, dopo l'incipit fantastico di Workin' Woman Blues, si perde un pò negli arrangiamenti, a volte fini a se stessi. Sicuramente una grande speranza. Voto ★★★.
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