mercoledì 13 novembre 2019

SAM FENDER


SAM FENDER (2019) Hypersonic Missiles

Da più parti il 23enne inglese è stato accostato al giovane Bruce Springsteen. Se è per via dei testi da working class hero e per qualche assolo di sax alla Clarence Clemons, i paragoni possono finire qui. Perché il cantautore elettrico di Newcastle è musicalmente figlio della generazione successiva a quella del boss: sezione ritmica metronomica (talvolta ahimè perfino drum machine) e parco ricorso agli assoli in stile anni ’80, attitudine epica e sferragliare metallico di chitarre ritmiche che richiamano U2 (Dead Boys e Will We Talk?) e Simple Minds (The Sound), senza disdegnare la generazione 2.0 dei vari Hozier (Call Me Lover) e War On Drugs (The Borders). La voce è potente e pulita, ma non trattiene la rabbia e l’urgenza del decennio punk/post-punk, senza mai tingersi di dark né di grunge. E’ l’espressione di un ragazzo di oggi che non riesce a trattenere i propri sentimenti, ma che è capace anche di intensi momenti di introspezione come dimostra nell’ultimo terzo di album. Peccato che la produzione non aiuti a coordinare in un unicum coeso le varie anime dell’artista: “the perfectly imperfect rock debut”, come è stato salutato da The Guardian. Siamo di fronte a the next big thing?
Voto Microby: 8
Preferite: Hypersonic Missiles, You’re Not The Only One, Dead Boys

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