sabato 7 dicembre 2013

Recensioni al volo : San Fermin, Midlake

San Fermin - San Fermin (2013)
Ellis Ludwig-Leone si laurea a Yale e subito dopo, evidentemente provato dalla dura esperienza, si rifugia in una specie di eremo nelle montagne canadesi per 6 settimane camminando per i boschi nelle ore di luce e scrivendo musica nelle altre. Il risultato è questo suo primo lavoro: una ventina di musicisti, inclusi archi, fiati e vibrafoni, per un alternative folk sinfonico modello Arcade Fire, inondato da accordi indie-pop che rimandano alle dissonanze di Sufjan Stevens e Dirty Projectors. Il tutto immerso in un'atmosfera neo-classicheggiante quasi Mahleriana.  Sembra di sentire la versione acustica di Woodkid.  Mezzo punto di meno perché ha un po' troppi brani, alcuni dei quelli sicuramente sovrabbondanti ed inutili, ma è indiscutibile:  siamo davanti ad un potenziale genio assoluto. Voto ★★★★
Midlake - Antiphon (2013) Classica band in perenne transizione, non hanno mai fatto un disco uguale all'altro. Dal debutto indie del 2004 Bamnan & Silvercork al successivo The Trials of Van Occupanther con i suoi ritmi anni '70 fino al bellissimo folk-rock autunnale di The Courage of Others (2010): l'unica nota abbastanza costante è questa tristezza di fondo che pervade un pò tutti e tre i dischi ma che in realtà ha un effetto rilassante, bucolico, quasi magnetico. Per semplificare, appaiono una band il cui tragitto è non distante a quella dei Fleet Foxes, Okkervil River, Tame Impala o Bon Iver. L'abbandono del gruppo da parte del leader Tim Smith, in dissenso con Jonathan Wilson, coinvolto nel progetto di questo disco, avrebbe potuto rappresentare un vero terremoto per la band texana, che invece, ne esce benissimo con la nuova leadership di Eric Pulido (chitarra). Oddio, la malinconia non manca, ma si ha l'impressione che il loro viaggio possa continuare senza problemi (un pò come i Genesis senza Gabriel o i Pink Floyd senza Barrett...): la direzione sembra verso armonie psichedeliche e progressive (una specie di Moody Blues meno melodici) ma lo charme è immutato e ci si ritrova sempre ad ascoltarli con interesse. Voto ★★★1/2

1 commento:

microby ha detto...

Concordo su entrambi i dischi. Belli.
Questi i miei appunti:

SAN FERMIN (2013) San Fermin
Il genialoide Ellis Ludwig Leone, 24enne di Brooklyn laureato in composizione a Yale, decide di scrivere la pop-opera San Fermin e di affidarne l’esecuzione alle voci Jess Wolfe e Holly Laessig ed a quella baritonale di Allen Tate, supportate da una ricca sezione orchestrale di 20 elementi. Ne risulta un ambizioso, eccentrico ma riuscito album, eccessivo nella durata e ridondante negli arrangiamenti, che evidenzia tuttavia un indubbio talento nei passaggi dall’elegia bucolica di Bill Callahan all’epica cinematografica di Woodkid, traversando il romanticismo pop di Sufjan Stevens (decisamente l’influenza maggiore, e come questi frammentario e spesso poco equilibrato). Difficile etichettare queste composizioni complesse, che si rifanno anche all’impianto musicale di Grizzly Bear, Dirty Projectors, Beirut e ai King Crimson di “Starless and Bible Black”, se non forse come pop orchestrale. Assolutamente da tenere d’occhio. 7.9/10

MIDLAKE (2013) Antiphon
Il poliedrico (sebbene da sempre incasellato nel genere alt.country/americana) gruppo americano al quarto album presenta il terzo cambio di leader (prima John Grant, poi Tim Smith, ora tutto è nelle mani del chitarrista Eric Pulido) senza risentirne, dal momento che di volta in volta cambia pelle: ora è una psichedelia alla Tame Impala ibridata con il neo-prog (ebbene sì, è possibile!) e l’alt.country dei Wilco. Strumenti cardine sono le tastiere (un Fender Rhodes spesso effettato e stratificato) e la chitarra riverberata del neo-leader, a sostenere avvolgenti melodie ad una o due voci. Convincente. 7.7/10

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