lunedì 14 luglio 2014

ME'SHELL 'NDEGEOCELLO, CONOR OBERST, ANDREW BIRD


ME'SHELL 'NDEGEOCELLO (2014) Comet, Come To Me
La recensione dei dischi di Michelle Lynn Johnson (il nome d’arte è stato adottato dopo gli studi musicali a New York, ed in Swahili significa “libera come un uccello”) si trova sulle riviste di musica pop-rock, jazz, black, di moda, di gossip, sui quotidiani. Sempre però ai margini. Paradossalmente è un segno di rispetto trasversale, perché M’N affronta molti stili musicali risultando però sempre incatalogabile. Forzando, la si potrebbe considerare un’artista nu-soul aperta ad ogni influenza, ma più di ricerca che commerciale. Anche nell’ultimo sforzo la sua voce, carezzevole come quella di Sade, cavalca il basso pulsante e rotondo di cui è raffinata suonatrice (e richiestissima session-woman) per interpretare canzoni ibridate di soul, jazz, dub, pop, reggae, hip hop. Suoni al solito misurati, puliti, rarefatti, algidi, elegantissimi ad opera di musicisti di categoria superiore. Se non la si conosce, Comet, Come To Me può rappresentare l’approccio ideale.
Voto Microby: 8
Preferite: Tom, Forget My Name, Folie à deux

CONOR OBERST (2014) Upside-Down Mountain
Il prolificissimo ed ancora giovane (34 anni) artista del Nebraska non ha mai inciso un disco meno che buono, da solista (sia a proprio nome che col più noto moniker Bright Eyes) e nei vari side projects (il più noto dei quali è Monsters of Folk). Il suo cantautorato è sempre stato improntato ad un folk ibridato con l’Americana, ma aperto ad influenze country, pop e rock, e persino elettroniche e tropicali.
La sua voce adenoidea cavalca anche in quest’ultimo lavoro arrangiamenti ricchi, al solito elettroacustici e che si svelano con ripetuti ascolti. E anche stavolta non fallisce.
Voto Microby: 7.5
Preferite: Zigzagging Toward The Light, Governor’s Ball, Time Forgot
ANDREW BIRD (2014) Things Are Really Great Here, Sort of...
Il progressivo abbandono delle eleganti orchestrazioni pop che avevano contrassegnato il periodo d’oro (il primo lustro del 2000) del violinista di Chicago lo ha condotto ora al passo decisivo, un folk rurale d’altri tempi, con arrangiamenti essenziali in cui si riconoscono ancora il tipico suono di violino (archetto e pizzicato) ed il fischiettìo del nostro, qui alle prese con un repertorio totalmente scritto dal duo di concittadini ed amici The Handsome Family. Lodevole nelle intenzioni, tuttavia la purezza degli intenti impone ripetuti ascolti e lo rende a tratti noioso, consigliabile ai puristi del genere.
Voto Microby: 7.2
Preferite: My Sister’s Tiny Hands, Don’t Be Scared, Frogs Singing




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