La
recensione dei dischi di Michelle Lynn Johnson (il nome d’arte è
stato adottato dopo gli studi musicali a New York, ed in Swahili
significa “libera come un uccello”) si trova sulle riviste di
musica pop-rock, jazz, black, di moda, di gossip, sui quotidiani.
Sempre però ai margini. Paradossalmente è un segno di rispetto
trasversale, perché M’N affronta molti stili musicali risultando
però sempre incatalogabile. Forzando, la si potrebbe considerare
un’artista nu-soul
aperta ad ogni influenza, ma più di ricerca che commerciale. Anche
nell’ultimo sforzo la sua voce, carezzevole come quella di Sade,
cavalca il basso pulsante e rotondo di cui è raffinata suonatrice (e
richiestissima session-woman) per interpretare canzoni ibridate di
soul, jazz, dub, pop, reggae, hip hop.
Suoni al solito misurati, puliti, rarefatti, algidi, elegantissimi ad
opera di musicisti di categoria superiore. Se non la si conosce,
Comet, Come To Me può
rappresentare l’approccio ideale.
Voto
Microby: 8
Preferite:
Tom, Forget My Name,
Folie à deux
CONOR
OBERST (2014) Upside-Down Mountain
Il
prolificissimo ed ancora giovane (34 anni) artista del Nebraska non
ha mai inciso un disco meno che buono, da solista (sia a proprio nome
che col più noto moniker
Bright Eyes) e nei
vari side projects (il
più noto dei quali è Monsters of Folk).
Il suo cantautorato è sempre stato improntato ad un folk
ibridato con l’Americana, ma aperto ad
influenze country, pop e rock, e persino elettroniche e tropicali.
La
sua voce adenoidea cavalca anche in quest’ultimo lavoro
arrangiamenti ricchi, al solito elettroacustici e che si svelano con
ripetuti ascolti. E anche stavolta non fallisce.
Voto
Microby: 7.5
Preferite:
Zigzagging Toward
The Light, Governor’s Ball, Time Forgot
ANDREW
BIRD (2014) Things Are Really Great Here, Sort of...
Il
progressivo abbandono delle eleganti orchestrazioni pop che avevano
contrassegnato il periodo d’oro (il primo lustro del 2000) del
violinista di Chicago lo ha condotto ora al passo decisivo, un folk
rurale d’altri tempi, con arrangiamenti
essenziali in cui si riconoscono ancora il tipico suono di violino
(archetto e pizzicato) ed il fischiettìo del nostro, qui alle prese
con un repertorio totalmente scritto dal duo di concittadini ed amici
The Handsome Family.
Lodevole nelle intenzioni, tuttavia la purezza degli intenti impone
ripetuti ascolti e lo rende a tratti noioso, consigliabile ai puristi
del genere.
Voto
Microby: 7.2
Preferite:
My Sister’s Tiny
Hands, Don’t Be Scared, Frogs Singing
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