BETH HART - Fire on the Floor (2016)
Dopo l’accoppiata di cover album insieme a Joe Bonamassa ed il molto interessante Better Than Home, in quest’ultimo lavoro si circonda di musicisti di prim’ordine (Michael Landau e Waddy Wacthel alle chitarre, Brian Allen al basso, Dean Parks all’acustica, Ivan Neville all’organo) e ne esce fuori un album veramente di grande spessore. Beth esplora vari generi musicali: lo swing-jump anni 50 (“Jazzman”), il blue-eyed soul (“Love gangster”), il blues-tributo a Billie Holiday (“Coca Cola”), ma soprattutto le sue classiche ballate blues intrise di soul e R&B che pervadono tutto l’album e che rappresentano in modo migliore la sua classe. Probabilmente il suo disco migliore, in cui finalmente riesce a raggiungere un equilibrio che riesce ad abbracciare il suo bagaglio emotivo ed i suoi stili musicali. Da ascoltare: Picture in a frame, Love gangster, Fire on the floor. Voto: ☆☆☆☆
LEONARD COHEN - You Want it Darker (2016)
Alla veneranda età di 82 anni, Cohen prosegue, imperterrito ed ispirato, il suo recente percorso musicale che da Old Ideas e Popular Problems, appare sempre più recitativo e omogeneo (anche in questo caso lascia ad un coro, stavolta a quello delle sinagoga di Montreal il compito di dare l’apporto melodico). Il figlio Adam (produttore del disco) fornisce una splendida base fatta di archi dolenti e chitarre folk-soul, odorose di sacralità e di ombre. Voce sussurrata, violini struggenti, armonie a volte quasi arabeggianti, toni soffusi e romantici, in cui ammette senza vergogna il dolore, la solitudine e la paura della morte. Un disco denso, struggente, imponente e toccante. Da ascoltare: You Want it Darker, Steer Your Way. Voto: ☆☆☆☆