lunedì 26 novembre 2018

ELVIS COSTELLO


ELVIS COSTELLO & The Imposters (2018) Look Now



Da almeno due decenni è quantomeno fuorviante considerare Elvis Costello (al secolo Declan Patrick MacManus, classe 1954) un artista pop-rock. Così come fuori luogo era stato classificarlo un riottoso rocker ad inizio carriera (già al secondo album apparivano risibili gli stickers in copertina che lo bollavano come punk, lui artisticamente più vicino a un Buddy Holly o perfino un Serge Gainsbourg che a icone punk come Joe Strummer e Johnny Rotten/Lydon). Il dipanarsi della carriera lo ha chiaramente consacrato come una delle più brillanti penne della canzone d'autore dell'ultimo mezzo secolo. Certo più imparentato con il pop di classe che con il rock, il jazz, la musica classica, persino l'operistica, tutti generi che pure l'inglese ha frequentato con interessanti ma mai indimenticabili risultati. Il fan che l'ha seguito con continuità (mi metto tra costoro) ha apprezzato un carniere di qualità mediamente buona, con alcuni capolavori ma anche una manciata di lavori trascurabili, sebbene mai banali. L'ascoltatore che si sia avvicinato solo occasionalmente all'artista non potrà ignorare almeno un capolavoro per decennio (This Year's Model-1978, Imperial Bedroom-1982, Painted From Memory-1998 con Burt Bacarach, The River In Reverse-2006 con Allen Toussaint), seppur diverso per ingredienti, ricetta, forma e palato. Chi l'avesse dimenticato nel nuovo millennio può provare a riscoprirlo con il nuovo album, il suo più miratamente "pop costelliano" da due decadi: ora come agli esordi assai lontano dai suoni di moda, e come allora votato all'evergreen per brillantezza di scrittura ed esecuzione (ora più pianistica ed orchestrale piuttosto che chitarristica come in gioventù). Chi non ha mai sopportato il suo timbro vocale rinolalico ed il suo vibrato da crooner/chansonnier (più dalle parti di Frank Sinatra che di Michael Bublè, per un doveroso distinguo) se ne starà alla larga anche ora. Eppure mentre il punk-rock è diventato storia, Elvis Costello la storia continua a scriverla.
Voto Microby: 8
Preferite: Under Lime, He's Given Me Things, Suspect My Tears

mercoledì 21 novembre 2018

THE MARCUS KING BAND


THE MARCUS KING BAND (2018) Carolina Confessions



Ci fosse stato il bisogno di una conferma, dopo la benedizione del sophomore album prodotto da Warren Haynes che aveva anche salutato l'allora ventenne chitarrista come proprio degno erede, questa arriva puntuale con un altrettanto valido terzo album. Prodotto stavolta da Dave Cobb che cerca di imbrigliare questo cavallo di razza, riuscendo a razionalizzare la forza d'urto e le molteplici influenze musicali convogliandole in un southern rock maggiormente centrato sul blues ed il soul (con il vescovo Solomon Burke ideale spiritual guidance), l'album trattiene le (belle ed originali per il genere) contaminazioni bianche ad alcuni passaggi ed arrangiamenti strumentali, lasciando che la band del ventiduenne rossocrinito e sovrappeso chitarrista le esprima in toto dal vivo (dimensione in cui si apprezzano il suono vintage e le derive jazz-rock alla Mahavishnu Orchestra, certi sentieri psichedelici alla Santana di Caravanserai, il tocco del tastierista DeShawn Alexander più che evocativo di Joe Zawinul, ed alcune soluzioni da orchestra zappiana; per non parlare degli assolo seventies dei musicisti). Sia in studio che sul palco il suono appare spesso troppo pieno, con eccesso di stratificazioni strumentali (soprattutto di fiati e cori), ma il peccato è veniale perchè si intuisce che non si tratta di coprire poche idee con sovrabbondanza di suoni, ma che il nostro ha molto da dire , ed entusiasmo ed età non lo aiutano nella sintesi. Voce e chitarra spettacolari, pieno possesso della tradizione musicale americana sia bianca che nera (in particolare sudista, ca va sans dire): non solo Marcus King è il migliore giovane chitarrista dai tempi dell'allora imberbe Derek Trucks (come ebbe a dire Warren Haynes), ma possiamo anche sostenere che Gregg Allman ha trovato il suo erede.
Voto Microby: 8.3
Preferite: Where I'm Headed, Confessions, Autumn Rains

domenica 18 novembre 2018

Recensioni al volo: Raul Midon, David Crosby


RAUL MIDON - If You Really Want (2018)

Polistrumentista/cantautore americano, cieco dalla nascita, il New York Times dice di lui : "a one-man band who turns a guitar into an orchestra and his voice into a chorus”.  Nato nel 1966 nel New Mexico, da genitori di origine afro-americana ed argentina, ha alle spalle collaborazioni con Stevie Wonder (che ha anche partecipato al suo disco del 2005 “State of Mind”), Herbie Hancock, India Aire, Jason Mraz e Marcus Miller. Le influenze messicane e sudamericane hanno preso il sopravvento, rendendo la sua musica una perfetta fusion di latin beat, jazz e R&B. In questo suo decimo lavoro è affiancato dalla Metropole Orchestra di Vince Mendoza, una specie di corazzata di ritmi latini con fiati a volontà ed energia illimitata. Un ottimo album per conoscerlo ed andare a ritroso nella sua carriera. Rimandi: Al Jarreau, Donny Hathaway, Stevie Wonder, Jose Feliciano. Da ascoltare: Everyone Deserves a Second Chance, Sunshine (I Can Fly), Ride on a Rainbow. Voto: 1/2



DAVID CROSBY - Here If You Listen (2018)

Tre dischi da solista tra il 1971 ed il 1993, ed ora quattro lavori in quattro anni.  Evidentemente l’ispirazione si deve essere accresciuta con l’età perchè a 77 anni suonati riesce ancora ad incantare con le sue armonie oniriche e i suoi accordi sincopati, che da sempre sono il suo marchio di fabbrica. Non mancano poi il suono della sua chitarra acustica e le meticolose parti vocali corali, con quella sensazione di continuo “déjà vu”. Anche un paio di brani riesumati dal passato (“1967” e “1974”) e la bellissima versione di Woodstock di Joni Mitchell (con la voce di Michelle Willis che ricorda proprio l’originale) sembrano volere piantare le radici della sua saggezza poetica verso un orizzonte fatto di brillantezza e speranza.  Da ascoltare: Your Own Ride, Woodstock. Voto:


venerdì 2 novembre 2018

ERIC CHURCH, AARON LEE TASJAN, LEON BRIDGES


ERIC CHURCH (2018) Desperate Man

A dispetto del titolo, il sesto album del cantautore del North Carolina non suona depresso, meno che meno disperato. Anzi la varietà degli stili affrontati, dal country al blues, dal rock alle soul ballads, e la precedente collaborazione con Ray Wylie Hubbard forniscono un’impronta vivace e decisa alle canzoni che, pur non reggendo il paragone con il suo capolavoro “Mr. Misunderstood” (2015), soddisferanno pienamente gli amanti dell’outlaw country così come del contemporary country. Anche in un lavoro buono ma non imprescindibile, il nostro si dimostra artista di serie A, meritevole di sedersi a fianco di Ryan Adams e Zac Brown.
Voto Microby: 7.7

Preferite: Heart Like A Wheel, Some of It, Desperate Man


AARON LEE TASJAN (2018) Karma For Cheap
Terzo album per il singer-songwriter e chitarrista dell’Ohio, sideman per numerose e musicalmente differenti bands (dai Drivin’n’Cryin’ alle New York Dolls), così come eclettica è la produzione personale: dal country-rock ad un blues contaminato, fino all’attuale pop-rock che guarda ugualmente agli anni ’60 come ai ’70, riuscendo a fondere il nucleo centrale beatlesiano tanto con Roy Orbison quanto con il David Bowie glam. Più complesso di quanto appaia al primo ascolto, ed in tal senso ricco di intelligenti sorprese, risulta alla fine piacevolmente demodè, ed a suo modo originale.
Voto Microby: 7.5
Preferite: If Not Now When, The Truth Is So Hard To Believe, Strange Shadows


LEON BRIDGES (2018) Good Thing

Sophomore album per il texano Todd Michael Bridges, dopo il successo commerciale di Coming Home nel 2015. E conferma di un talento soul che si nutre con umiltà della lezione melodica di Sam Cooke, attraversa con sicurezza il funk di Prince e si appropria con naturalezza del nu-soul di Frank Ocean. Con le doti per scoprire nuove vie per la musica black ma anche il fiuto per le classifiche di vendita. Vediamo che strada prenderà (al momento interlocutoria).

Voto Microby: 7.2
Preferite: Bad Bad News, Be Ain't Worth The Hand, If It Feels Good







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