ERIC
CHURCH (2018) Desperate Man
A
dispetto del titolo, il sesto album del cantautore del North Carolina
non suona depresso, meno che meno disperato. Anzi la varietà degli
stili affrontati, dal country al blues, dal rock alle soul ballads, e
la precedente collaborazione con Ray Wylie Hubbard
forniscono un’impronta vivace e decisa alle canzoni che, pur non
reggendo il paragone con il suo capolavoro “Mr. Misunderstood”
(2015), soddisferanno pienamente gli amanti dell’outlaw
country così come del contemporary country. Anche in un
lavoro buono ma non imprescindibile, il nostro si dimostra artista di
serie A, meritevole di sedersi a fianco di Ryan Adams e
Zac Brown.
Voto
Microby: 7.7
Preferite:
Heart Like A Wheel, Some of It,
Desperate Man
Terzo
album per il singer-songwriter e chitarrista dell’Ohio, sideman per
numerose e musicalmente differenti bands (dai Drivin’n’Cryin’
alle New York Dolls), così come eclettica è la produzione
personale: dal country-rock ad un blues contaminato, fino all’attuale
pop-rock che guarda ugualmente agli anni ’60
come ai ’70, riuscendo a fondere il nucleo centrale
beatlesiano tanto con Roy Orbison quanto
con il David Bowie glam. Più complesso di quanto
appaia al primo ascolto, ed in tal senso ricco di intelligenti
sorprese, risulta alla fine piacevolmente demodè, ed a suo modo
originale.
Voto
Microby: 7.5
Preferite:
If Not Now When, The Truth Is So Hard
To Believe, Strange Shadows
LEON
BRIDGES (2018) Good Thing
Sophomore
album per il texano Todd Michael Bridges, dopo il successo
commerciale di Coming Home nel 2015. E conferma di un talento
soul che si nutre con umiltà della lezione melodica
di Sam Cooke, attraversa con sicurezza il funk di
Prince e si appropria con naturalezza del nu-soul di
Frank Ocean. Con le doti per scoprire nuove vie per la
musica black ma anche il fiuto per le classifiche di vendita. Vediamo
che strada prenderà (al momento interlocutoria).
Voto
Microby: 7.2
Preferite:
Bad Bad News, Be Ain't Worth The Hand, If It Feels Good
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