mercoledì 21 novembre 2018

THE MARCUS KING BAND


THE MARCUS KING BAND (2018) Carolina Confessions



Ci fosse stato il bisogno di una conferma, dopo la benedizione del sophomore album prodotto da Warren Haynes che aveva anche salutato l'allora ventenne chitarrista come proprio degno erede, questa arriva puntuale con un altrettanto valido terzo album. Prodotto stavolta da Dave Cobb che cerca di imbrigliare questo cavallo di razza, riuscendo a razionalizzare la forza d'urto e le molteplici influenze musicali convogliandole in un southern rock maggiormente centrato sul blues ed il soul (con il vescovo Solomon Burke ideale spiritual guidance), l'album trattiene le (belle ed originali per il genere) contaminazioni bianche ad alcuni passaggi ed arrangiamenti strumentali, lasciando che la band del ventiduenne rossocrinito e sovrappeso chitarrista le esprima in toto dal vivo (dimensione in cui si apprezzano il suono vintage e le derive jazz-rock alla Mahavishnu Orchestra, certi sentieri psichedelici alla Santana di Caravanserai, il tocco del tastierista DeShawn Alexander più che evocativo di Joe Zawinul, ed alcune soluzioni da orchestra zappiana; per non parlare degli assolo seventies dei musicisti). Sia in studio che sul palco il suono appare spesso troppo pieno, con eccesso di stratificazioni strumentali (soprattutto di fiati e cori), ma il peccato è veniale perchè si intuisce che non si tratta di coprire poche idee con sovrabbondanza di suoni, ma che il nostro ha molto da dire , ed entusiasmo ed età non lo aiutano nella sintesi. Voce e chitarra spettacolari, pieno possesso della tradizione musicale americana sia bianca che nera (in particolare sudista, ca va sans dire): non solo Marcus King è il migliore giovane chitarrista dai tempi dell'allora imberbe Derek Trucks (come ebbe a dire Warren Haynes), ma possiamo anche sostenere che Gregg Allman ha trovato il suo erede.
Voto Microby: 8.3
Preferite: Where I'm Headed, Confessions, Autumn Rains

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