SHARON
VAN ETTEN (2019) Remind Me Tomorrow
A cinque anni dal precedente
“Are We There” giunge a compimento l’evoluzione musicale
dell’artista del New Jersey, partita nel 2009 come cantautrice
indie-folk gravitante nell’area delle neo-malinconiche, e
progressivamente elettrificata con un orecchio a Patti Smith e
l’altro a PJ Harvey, fino a spogliarsi degli strumenti a corda per
seguire l’esempio delle singer-songwriters elettroniche alla St.
Vincent. Se l’ultimo sforzo realizza gli intenti della Van Etten,
non si può dire che possa considerarsi un miglioramento del suo
percorso artistico, dal momento che sottrae in personalità quello
che guadagnerà in successo: quasi assenti le chitarre (ruggenti in
passato), i sintetizzatori ed i drum beats vestono pressochè
totalmente le canzoni, che non perdendo la peculiare tristezza della
scrittura, melodica e lirica, rimanda di volta in volta alle trame
dark dei Depeche Mode e dei Joy Division, del trip hop alla
Portishead, perfino del pop plumbeo della prima Sinead O’Connor,
solo con abiti ridisegnati alla moda dell’ultima St.
Vincent, della
Anna Calvi più algida, della My Brightest Diamond più sobria, fino
alla Lana Del Rey meno cool. Un copione ahimè già visto e sentito,
che entusiasmerà gli hipsters del momento ma che lascia l’amaro in
bocca a chi, come me, teme di perdere una delle migliori interpreti
sul mercato, proprio perché adeguatasi al mercato. Per dovere di
cronaca, spiace che gli arrangiamenti soffochino una qualità di
scrittura al solito buona, e benchè nulla di nuovo venga presentato
sul fronte occidentale, “Remind Me Tomorrow” piacerà agli
appassionati di dark-pop
degli eighties e di electronica
attuale.
Voto
Microby: 7.2
Preferite:
Seventeen,
Comeback Kid, I Told You Everything