martedì 26 febbraio 2019

SHARON VAN ETTEN


SHARON VAN ETTEN (2019) Remind Me Tomorrow

A cinque anni dal precedente “Are We There” giunge a compimento l’evoluzione musicale dell’artista del New Jersey, partita nel 2009 come cantautrice indie-folk gravitante nell’area delle neo-malinconiche, e progressivamente elettrificata con un orecchio a Patti Smith e l’altro a PJ Harvey, fino a spogliarsi degli strumenti a corda per seguire l’esempio delle singer-songwriters elettroniche alla St. Vincent. Se l’ultimo sforzo realizza gli intenti della Van Etten, non si può dire che possa considerarsi un miglioramento del suo percorso artistico, dal momento che sottrae in personalità quello che guadagnerà in successo: quasi assenti le chitarre (ruggenti in passato), i sintetizzatori ed i drum beats vestono pressochè totalmente le canzoni, che non perdendo la peculiare tristezza della scrittura, melodica e lirica, rimanda di volta in volta alle trame dark dei Depeche Mode e dei Joy Division, del trip hop alla Portishead, perfino del pop plumbeo della prima Sinead O’Connor, solo con abiti ridisegnati alla moda dell’ultima St. Vincent, della Anna Calvi più algida, della My Brightest Diamond più sobria, fino alla Lana Del Rey meno cool. Un copione ahimè già visto e sentito, che entusiasmerà gli hipsters del momento ma che lascia l’amaro in bocca a chi, come me, teme di perdere una delle migliori interpreti sul mercato, proprio perché adeguatasi al mercato. Per dovere di cronaca, spiace che gli arrangiamenti soffochino una qualità di scrittura al solito buona, e benchè nulla di nuovo venga presentato sul fronte occidentale, “Remind Me Tomorrow” piacerà agli appassionati di dark-pop degli eighties e di electronica attuale.
Voto Microby: 7.2

Preferite: Seventeen, Comeback Kid, I Told You Everything

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