OTHER
LIVES (2020) For Their Love
Sembra
ieri che Tamer
Animals, capolavoro
di dark-pop
orchestrale del
2011, colpiva dritto al cuore critica e pubblico garantendo agli
Other Lives lo status di next
big thing. Il
quintetto dell’Oklahoma (ma dall’architettura musicale di
impronta albionica) non commetteva lo sbaglio di bruciare le tappe ma
incorreva nell’errore opposto, pubblicando un solo album nel 2015,
Rituals,
che tradiva le aspettative generali con un’evoluzione nel pop
elettronico cerebrale di marca Radiohead/Alt J, ma senza altrettanto
talento. Con i ritmi del mercato odierno il rischio di cadere nel
dimenticatoio era dietro l’angolo. Invece la band da sempre guidata
dal cantante e compositore Jesse Tabish risponde ora con un ritorno
alle atmosfere del disco che li aveva segnalati, senza altrettanta
genialità ma con ottima ispirazione, linee melodiche affascinanti,
spleen decadente e realizzazione da primi della classe del
chamber-pop
romantico. Un
impianto acustico da musica classica da camera (plettri, tasti, archi
e una misurata sezione ritmica) utilizzato come un quintetto pop che
riprende le visioni di Moody
Blues e Procol
Harum per collegarle a San
Fermin,
Woodkid, Agnes Obel o gli ultimi The
National. Bel
disco, con la speranza che dia al gruppo più sicurezza nei propri
mezzi e non licenzi solo un lavoro per lustro, come fatto finora.
Voto
Microby: 8
Preferite: Cops, Lost Day, Sound of Violence
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