mercoledì 19 agosto 2020

PRETENDERS

PRETENDERS (2020) Hate For Sale


(The) Pretenders (l’articolo è presente o meno a seconda degli album) hanno un posto di rilievo nella storia della musica rock non solo per i primi tre album-capolavoro pubblicati fra il 1980 ed il 1984, ma soprattutto perché, come The Clash su una sponda parallela, sono stati tra i protagonisti della transizione (anche divulgativo-commerciale) dal punk al rock degli ’80. Non solo: sono da considerare tra i progenitori dell’indie-rock, sia nella loro sapiente capacità di frullare l’urgenza punk dei ‘70 con la spontaneità di garage-pop e rock’n’roll dei ’60 e la rivisitazione new wave degli ‘80 di reggae, soul e college-rock, sia nella vocalità potente ed insieme slacker della frontwoman Chrissie Hynde, sia nella tecnica chitarristica effettata e dai ritmi sincopati del fu James Honeyman-Scott, caposcuola di almeno una generazione di chitarristi elettrici. La band anglo-statunitense (formatasi a Londra nel 1978 intorno alla cantante-chitarrista Chrissie Hynde, trasferitasi all’età di 22 anni da Akron, Ohio) non è mai stata ferma e con alterni risultati qualitativi ha partorito nel nuovo millennio quattro lavori di buon livello (certamente migliori rispetto a quelli dal 1985 al 2000). A partire da quest’ultimo che, tanto per essere chiari, è solo un gradino inferiore alla tripletta esplosiva iniziale. Con la carismatica leader, ora 68enne ma ancora di impatto sia vocalmente che fisicamente (ai tempi era stata la donna di Ray Davies e Jim Kerr), dei membri fondatori è rimasto solo il batterista Martin Chambers (il bassista Pete Farndon ed il chitarrista James Honeyman-Scott morirono per overdose rispettivamente nel 1982 e 1983). L’attuale chitarrista James Walbourne, con la band dal 2008, è il valore aggiunto sia in fase di scrittura (è co-autore con la Hynde di tutti i brani) che nella realizzazione del suono, con la sua tecnica versatile sia alla ritmica che alla solista che ben si sposa con il rock eclettico distintivo della band. La produzione di Stephen Street (già al lavoro con The Smiths, Blur, The Cranberries) esalta gli ingredienti tipici dei Pretenders classici: il rock’n’roll, il garage sound, il reggae, le ballads, l’alternative rock. Il tutto legato da un’innata sensibilità pop che ti imprime le canzoni al primo ascolto, e ad un’anima punk dal cuore melodico che partorisce brani brevi, immediati, d’impatto. D’altra parte la title track, incipit del disco, è un dichiarato omaggio al gruppo punk più ammirato dalla Hynde: “Tutti noi amiamo il punk ed Hate for Sale è il nostro tributo alla band che io considero la più musicale del genere, The Damned”.
Voto Microby: 7.9
Preferite: Maybe Love Is In NYC, Lightning Man, The Buzz

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