Simili: Ben Howard, John Mayer, David Gray, Nick Mulvey
Voto Microby: 7.6
Preferite: Hold On, Deserving, The Best of Me
Cantautore acustico dell’Essex già indicato da John Renbourn come “il futuro della musica folk”, al sesto album il Mario Rossi inglese sembra pronto ad allargare la propria popolarità al pubblico di partecipanti ai concerti (perfetto il teatro), dopo aver conquistato il plauso della critica. Lo fa in virtù di un’apertura maggiore al pop (di stampo John Mayer e David Gray) e alle contaminazioni con il genere ”americana” (i duetti con Sarah Jarosz, Lisa Hannigan e Jessica Staveley-Taylor lambiscono il country-pop). Ma la perizia tecnica (è un eccellente chitarrista fingerstyle, con accordature aperte e percussive sullo stile di Ben Howard) e l’humus antico che cita John Martyn e Martin Simpson donano spessore alle dodici composizioni “sull’amore, la perdita e la speranza” partorite durante il lungo lockdown-Covid. Le atmosfere composte, gli arrangiamenti eleganti, i colori pastello, il tono intimo non conferiscono al disco un alone crepuscolare o confessionale, ma piuttosto luminoso, pacato e conciliante. Registrato ai Real World Studios di Peter Gabriel e con featurings di livello (oltre alle citate, anche Bill Frisell, The Milk Carton Kids, Jason Rebello), The Fray è un ascolto consigliato anche a chi apprezza Iron & Wine, Joe Henry, Jackson Browne, Nick Mulvey, Josè Gonzales.
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