La sua storia è degna di essere raccontata: FJ nacque 48 anni fa in un piccolo paesino del Kansas. Dopo le prime difficili (musicialmente) esperienze nelle sue zone, decide di trasferirsi a New York e, per prodursi il suo secondo album (dopo che il primo era stato accolto bene ma senza grande riscontro commerciale) si vende un pezzo della sua fattoria ed è fortunato perchè finalmente gli arriva il successo: in quegli anni si diceva che FJ prometteva di essere il nuovo Graham Parker. Dopo 8 anni dal precedente esce questo suo nuovo lavoro: in realtà l'ultimo paio di dischi non è che fossero un granchè, almeno se paragonati ai bellissimi lavori del 1994 (This Perfect World) e del 1997 (Never Home).
Freddy Johnston riesce sempre a scrivere pezzi che sulla base di un tessuto di sano folk-rock alterna sonorità ora country, ora pop-rock melodiche. Con questo album torna un pò alle origini più folk ed acustiche: il paragone che mi viene in mente per quest'album è il power pop alla Fountains of Wayne, o alla Wolftron per stare su cose più recenti. Ci ha fatto aspettare 9 anni ma ne è valsa la pena.
Voto: ☆☆☆☆ (bello e sincero)
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