lunedì 8 ottobre 2012

MINIRECENSIONI: Calexico, Cat Power, Patrick Watson, The Welcome Wagon, David Byrne & St. Vincent

CALEXICO (2012) Algiers (Joey Burns e John Convertino non tradiscono mai, seppur allontanandosi dalle tradizionali musiche tex-mex e del border: in un album registrato ad Algiers, quartiere di New Orleans, la città più europea degli Stati Uniti, suonano più lineari di sempre, ma il timbro malinconico, la tesa rassegnazione, la partecipazione commossa e l’atmosfera da aspettativa compressa profumano ancora di frontiera, di confine, che sia messicano, cubano o mediterraneo) 8/10

CAT POWER (2012) Sun (Al primo album di canzoni autografe dopo 6 anni l’americana Chan Marshall, una delle cantautrici più stimate della sua generazione, prova a cambiare registro con arrangiamenti elettronici, drum machine, loop sintetici, chitarre taglienti e fredde ed il missaggio di Zdar (Cassius e Phoenix). La solita voce calda e malinconica di Chan prova a scaldare il tutto, ma non basta per un lavoro privo di grande ispirazione e con una produzione (la prima in proprio) ancora acerba) 6.9/10   

PATRICK WATSON (2012) Adventures In Your Own Backyard (Nato in California ma cresciuto in Quebec, Patrick Watson è leader dell’omonima band canadese che, al quarto disco, abbandona la sperimentazione per una forma-canzone sempre elaborata ma più semplice, tra cabaret e chamber-pop acustico, cui non mancano influenze morriconiane, tratti edonistici ma anche un’elettronica soffusa. La voce richiama Antony Hegarty, ma come fosse arrangiato da Andrew Bird/Sufjan Stevens e prodotto da Rufus Wainwright. Da seguire con attenzione) 7.7/10

THE WELCOME WAGON (2012) Precious Remedies Against Satan’s Devices (Bell’esempio di christian rock servitoci dal reverendo Thomas Vito Aiuto e dalla moglie Monique: musica dalla tradizione folk-country americana in salsa indie, testi tratti da salmi o ispirati alle sacre scritture, strumenti per lo più acustici, arrangiamenti misurati. Le radici musicali sono bianche anche quando si canta Hallelujah) 7.7/10

DAVID BYRNE & ST.VINCENT (2012) Love This Giant (L’ex Talking Heads e la chitarrista Annie Clark in una riuscita collaborazione pop, equamente divisa tra responsabilità compositive e resa musicale: moderno ma non sintetico il drum programming di John Congleton, portato dalla Clark, e urbani ma caldi gli arrangiamenti per fiati, sempre voluti dalla Clark ma che sembrano figli di Rey Momo. L’onnipresenza della brass band rappresenta il valore aggiunto ma anche il limite dell’operazione, dal momento che egemonizza gli arrangiamenti rendendo il disco poco vario. Meno riuscito delle collaborazioni di Byrne con Brian Eno, ma nettamente superiore a quella precedente con Fatboy Slim. E diverso da ogni album a nome St. Vincent) 7.6/10

1 commento:

lucaf ha detto...

Assolutamente d'accordo su Cat Power: una noia mortale, senza capo nè coda. Per quanto riguarda David Byrne e St Vincent non mi pare assolutamente convincente: entrambi mi paiono come bloccati nella loro indubbia genialità e personalità.

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