giovedì 6 giugno 2013

MINIRECENSIONI in BLACK: Charles Bradley, Otis Taylor, The Slide Brothers, Nicole Willis

  • CHARLES BRADLEY (2013) Victim of Love  Seconda prova dopo il debutto-capolavoro nel 2011 a 62 anni per il (fortunatamente ex) cuoco americano marchiato al 100% dalla Tamla Motown dei ’60: Marvin Gaye, James Brown, Solomon Burke, Percy Sledge sono stretti compagni di avventura, solo scoperti prima del nostro. Molto buono anche l’album attuale, puro soul “anema e core”, espresso da una voce spettacolare. Solo di poco inferiore all’esordio per scrittura, o anche solo perché manca l’effetto-sorpresa. 7.6/10

  • OTIS TAYLOR (2013) My World Is Gone        Da sempre Otis Taylor è sinonimo di “americana” in senso lato, col superamento delle barriere tra white e black music, col recupero delle radici scompaginando i ruoli, come in quest’ultimo album: lui meticcio a suonare l’acustica, banjo e mandolino, ed il nativo americano Mato Nanji degli Indigenous all’'elettrica, ed insieme a proporre un blend di folk americano, blues del Mali, rock native americans (leggi Robbie Robertson) e testi che cantano un mondo che non c’è più ma di cui si vedranno sempre le ferite, quello dei vinti di ogni razza. Blues nell’essenza, anche nell’assenza delle dodici battute. 7.5/10
  • THE SLIDE BROTHERS (2013) Robert Randolph Presents The Slide Brothers   The Slide Brothers sono 4 talentuosi e non più giovani slide-guitarists che propongono covers più o meno note del repertorio classico black (ma non solo, c’è anche Praise di Fatboy Slim) in chiave blues, R’n’B, soul, gospel, sempre elettrica, calda e trascinante. Impossibile non battere il piedino. 7.5/10
  • NICOLE WILLIS & The Soul Investigators (2013) Tortured Soul   A sette anni dal precedente Keep Reachin’ Up il retro-soul della Willis resta fedele alla Motown ed al Philly Sound dei seventies con qualche spruzzata di blues, ma è per il secondo album consecutivo raffreddato dalla band di supporto (finlandese…forse se ne capisce la ragione), anche tecnicamente appena sufficiente. Peccato. Più Bettye Lavette (senza la medesima classe) che Sharon Jones. 7.2/10

1 commento:

lucaf ha detto...

Bradley - Victim of love. Il nostro 62enne, ex grande emulo di James Brown, ora finalmente ha trovato la sua strada fatta di ritmi soul, blues e funk, che pescano a piene mani da ispirazioni anni '50, rinverdendo i fasti di quel grande periodo, con grande energia e carica emotiva. Anche a mio parere un filino meno ispirato del precedente, ma sempre di grande impatto. Voto ★★★

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