martedì 25 giugno 2013

MINIRECENSIONI: Iron & Wine, The National, The Black Angels, Laura Marling, Lady

  • IRON & WINE (2013) Ghost On Ghost
  •  Trasformazione lenta ma inarrestabile quella dell’americano Sam Beam, agli esordi eroe barbuto del songwriting folk malinconico-intimista di moda tra molti colleghi coevi, ed ora giunto al 5° album a chiudere la metamorfosi con la scelta della diretta essenzialità del pop, senza curarsi di sovrastrutture e belletti. In realtà il lavoro è molto meno semplice e scarno di quanto appaia al primo ascolto, e tra chitarre acustiche, piano elettrico, archi, fiati, armonie vocali anni ’60-’70 ci regala un delizioso clima generale di pacato ottimismo, di colorata serenità, figlia di Fletwood Mac e Billy Joel ma insieme riconoscente a Nick Drake e Bon Iver. 7.7/10

  • THE NATIONAL (2013) Trouble Will Find Me
  •  Al sesto album il gruppo di Brooklyn amplifica la distanza tra sè ed i meri imitatori di successo degli eighties (leggi Hurts, White Lies, in parte Editors, cui viene troppo superficialmente paragonato) con un lavoro crepuscolare, malinconico, autunnale, costruito per sottrazione rispetto al dark edonistico degli ’80 ed alla new wave cui è comunque debitore ma alla maniera dei Tindersticks, ben servito dalla voce baritonale del leader Matt Berninger. Non ai livelli di The Boxer, ma lì vicino. 7.6/10
  • THE BLACK ANGELS (2013) Indigo Meadow
  •  Campioni della neo-psichedelia dell’ultimo decennio, i texani al 5° album modificano di poco il loro assetto musicale, ora costituito da brani più brevi e da riffs più pop-catchy, ma la struttura portante è il solito sincretismo tra il Paisley Underground degli ’80 e lo stoner dei ’90, con riferimenti che vanno dai Byrds/Doors/Pink Floyd/13th Floor Elevators dei ‘60s ai Green On Red/Rain Parade/Dream Syndicate degli ‘80s ai Kyuss/Queens of The Stone Age dei ’90 agli attuali Warlocks/Pink Mountaintops/Black Mountain. Fuori dal tempo, ma vitali, energici…senza tempo. 7.5/10  
  • LAURA MARLING (2013) Once I Was An Eagle
  •  La talentuosa cantautrice inglese dimostra sempre più la parentela artistica con Joni Mitchell e, trasferitasi a Los Angeles, confeziona un lungo album asciutto, poco radiofonico, con chiari debiti nei confronti di Blue/Hejira, aiutata solo da Ethan Jones alle chitarre acustiche, tastiere e percussioni, e da Ruth de Tuberville al violoncello. Ne risulta un album non immediato né (volutamente) brillante, ma intenso e serio, che resterà nel tempo. 7.5/10
  • LADY (2013) Lady
  •  Le due black soul-women Terri Walker, inglese, e Nicole Wray, americana, decidono di unire le forze nel 2009 a New York nel reciproco amore per il soul/R&B di marca Stax-Motown di fine ’60 e pre-disco inizio ’70, lievemente modernizzato alla Missy Elliot/Lizz Wright –e lontano dal nu-soul alla Erikah Badu-- ma con caratteristiche intatte di classicità, sincerità, calore ed insieme freschezza soul. Estivo ma evergreen. 7.7/10

1 commento:

lucaf ha detto...

Laura Marling - La sua progressiva crescita e maturazione artistica, che già con lo stupendo, precedente lavoro del 2011, l'aveva portata ad allontanarsi dai suoi compagni di ventura (Mumford & Sons, Noah & the Whale, ecc), l'ha ora portata a shiftare dai rigidi dettami del folk rock a influenze ragtime, blues e country rock. L'album della sua (definitiva?) maturazione. Un album di grande spessore: finalmente Joni Mitchell ha trovato la sua erede. Voto ★★★★
The National - Una interessante eterogeneità di idee per un pop dark e decadente, a suo modo ammaliante. Un disco non sempre facile. Voto ★★★
Iron & Wine - Un disco omaggio agli anni '70, con atmosfere folk-soul. Quando ascolto i dischi di Sam Beam mi aspetto sempre una grande emozione che però, a dire il vero, non riesce a trasmettermi mai fino in fondo. Ho tuttavia sempre fiducia che il prossimo disco possa essere il suo vero capolavoro. Voto ★★★

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