mercoledì 9 ottobre 2013

BIG: Jack Johnson, John Mayer, The Rides, Travis, Editors

  • JACK JOHNSON (2013) From Here To Now To You 
  • La vicenda musicale di JJ mi ricorda da sempre quella di Jimmy Buffett (dai ’70 ad oggi): come quest’ultimo da musicista, scrittore, ristoratore e discografico di successo promuoveva lo stile di vita rilassato e felice della Florida, JJ da musicista, surfista professionista, ecologista, discografico e cineamatore riflette nella musica l’easy life delle natìe Hawaii. Entrambi lo fanno con grande informalità, mischiando JB il country con i Caraibi e ridefinendo JJ il sound del Surf (non più il pop corale dei Beach Boys ma un cantautorato acustico saltellante, allegro, sereno, che dà sempre “good vibrations”). Non cambia in quest’ultima prova, e gli si potrebbe rimproverare di rifare sempre lo stesso (gran bel) disco. Ma come ti migliora l’umore stampandoti un sorriso quando ti svegli al mattino con la sua voce carezzevole e la sua chitarrina swingante! 7.8/10

  • JOHN MAYER (2013) Paradise Valley 
  • L’americano non abbandona le sonorità prevalentemente acustiche e la passione per le radici country-rock della provincia che lo avevano riproposto in stato di grazia con il precedente Born and Raised dello scorso anno. L’attuale potrebbe chiamarsi Volume 2, perché pari sono i riferimenti stilistici, l’ispirazione, gli arrangiamenti. E la splendida chitarra bluesy con la voce da soul bianco amplificano i consueti paragoni, anch’essi alla pari, con il Clapton più pop-soul, solare, leggero, di classe superiore. 7.7/10
  • THE RIDES (2013) Can’t Get Enough 
  • The Rides è il supertrio costituito da Stephen Stills, chitarrista ed anima blues di CSN&Y, da Kenny Wayne Shepherd, uno dei chitarristi elettrici più talentuosi dell’ultima generazione di bluesman bianchi, e da Barry Goldberg, tastierista degli Electric Flag e session man ubiquitario col suo piano ed hammond sui dischi e palchi degli ultimi 40 anni. A partire dall’album cui rimanda chiaramente Can’t Get Enough, quel Super Session che nel 1968 aveva sbalordito con un rock-blues libero da schemi, meravigliosamente suonato dal supertrio di allora Stephen Stills, Al Kooper e Mike Bloomfield. Oggi a tastiere e cori seventies si accostano riffs hard-rock, spunti rock’n’roll e perfino punk, ma soprattutto fraseggi blues tra chitarra/voce più limpide e tecniche di KWS e quelle più sporche ed umorali di SS, per un lavoro che in summa risulta coeso, spontaneo, di buona ispirazione e scrittura, ed of course ottimamente suonato. 7.6/10
  • TRAVIS (2013) Where You Stand 
  • Tre notevoli dischi all’esordio (il mio preferito è The Invisible Band del 2001), il successo e poi l’ansia da prestazione, che ha prodotto i tre successivi, insipidi lavori. Dopo 5 anni il quartetto scozzese capitanato da Fran Healey torna per dirci che è ancora capace di melodie brillanti, di arrangiamenti raffinati e di una scrittura che, pur non essendo più quella dei giorni migliori, è stata di riferimento a più di un gruppo pop di successo. 7.4/10
  • EDITORS (2013) The Weight Of Your Love 
  • Sostituito il chitarrista Chris Urbanowicz (dimissionario per divergenze artistiche), Tom Smith e sodali non cambiano la matrice dark wave che ha dato loro notorietà (come risposta inglese agli americani Interpol) ma, in assenza dell’ispirazione dei primi due albums e dopo la scialba virata elettronica del terzo (tipo Depeche Mode annacquati), cercano di arricchirla con aperture più romantiche (nella scrittura, nell’ uso di archi e strumenti acustici) e mainstream (U2-style), pur rimanendo saldamente ancorati alle sonorità eighties. Ci riescono in parte. 7.2/10

1 commento:

lucaf ha detto...

Sai che invece a me Jack Johnson non mi ha entusiasmato? Mi è sembrato un pò troppo autoreferenziale ed uguale agli ultimi dischi. Probabilmente è la mia stima verso di lui: spero che faccia sempre un capolavoro ma non è possibile... Per me è Voto ★★★
Travis: Where you stand. Sono assolutamente concorde con il tuo giudizio: buon disco, sicuramente migliore dei precedenti. Voto ★★★1/2.
John Mayer - Paradise valley . Sono un assoluto fan di John Mayer: sarà un pò fighetto, ma la sua musica country-folk-rock è coinvolgente e di grande raffinatezza. Voto ★★★★

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