giovedì 20 novembre 2014

BEN HOWARD, COUNTING CROWS


BEN HOWARD (2014) I Forget Where We Were
E’ simile a quella dell’hawaiiano Jack Johnson, la storia musicale del 27enne inglese: apprezzato folksinger dalla comunità di surfisti locali, e dagli stessi convinto a trascurare la tavola per dedicarsi professionalmente alla chitarra, eccolo ora al secondo album a ricevere gli apprezzamenti di critica e pubblico. Per mood classificato tra i cantautori intimisti post-Damien Rice, in realtà il nostro è sì malinconico, ma dagli arrangiamenti tremendamente moderni pur evitando l’hype dell’elettronica. Mentre i coevi Jake Bugg ed Ed Sheeran partono dal british-folk per arrivare ad un tiro rock-soul radiofonicamente d’impatto, Ben Howard resta nel limbo dell’indeterminatezza, del dubbio, dell’introversione. Intimità e struggimento esaltati dall’uso sapiente del riverbero pressoché costante sulle chitarre, acustiche, semiamplificate ed elettriche ad effetto “space” (ma anche The Edge). Perde in immediatezza, ma acquista in profondità. E si sfila dal gruppo di Nick Drake-Damien Rice-Neil Halstead-Bill Fay per accodarsi a quello di John Martyn-David Gray- Xavier Rudd-Nick Mulvey. Splendidi gli arrangiamenti, deve migliorare nella scrittura delle melodie, che tendono ad assomigliarsi. Ma è da seguire.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Rivers In Your Mouth, Small Things, I Forget Where We Were

COUNTING CROWS (2014) Somewhere Under Wonderland
L’americana dei Counting Crows è sempre stata immediatamente riconoscibile: propulsione elettrica appassionata anni ’90 (figlia dei R.E.M.) su solide basi roots anni ’70 (figlie di The Band). Col valore aggiunto della voce del leader Adam Duritz, drammatica ma verbosa come un film di Woody Allen, logorroicamente lamentosa come i testi del regista newyorkese ma priva del suo sarcasmo. A 6 anni dalla precedente prova autografa (2 anni dopo l’ottima interpretazione di materiale altrui con Underwater Sunshine) la band di San Francisco conferma le doti di sempre, con una maggior tendenza rock, al solito struggente più che ludico. Un bel disco nella sua classicità. Chi cerca novità si rivolga altrove.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Scarecrow, Earthquake Driver, Possibility Days
 


1 commento:

lucaf ha detto...

COUNTING CROWS: un bel disco, piacevole come sempre e, rispetto ai lavori precedenti, più consistente. Voto: ☆☆☆1/2

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