Unica tra i membri dei Fleetwood
Mac ad aver goduto di ampio successo
commerciale anche da solista, la cantante americana nell'ultimo album
propone brani scritti tra il 1969 ed il 1995. Tuttavia lo stile
compositivo non lascia trasparire chiare differenze o disequilibri,
in parte aiutato dal fatto che non si tratta di outtakes originali,
ma di brani totalmente riarrangiati e prodotti insieme a Dave
Stewart. Il risultato è un ottimo lavoro, decisamente più
guitar-oriented rock
rispetto al pop patinato dei
FM, grazie anche alla brillante partecipazione di chitarristi di
levatura (Waddy Wachtel, Davey Johnstone, Mike Campbell).
Personalmente sono tra quelli che non amano molto il timbro vocale
della nostra, pur caratteristico ed immediatamente riconoscibile
(ipernasale, che alla lunga trovo lagnoso e poco versatile
nell'interpretazione); ho amici che non sopportano Dylan o Costello
per il medesimo motivo. Altrimenti il voto sarebbe anche più alto.
Voto Microby: 7.7
Preferite: Mabel Normand,
Starshine, 24 Karat Gold
MY
BRIGHTEST DIAMOND (2014) This Is My Hand
In
sordina, e col costante apprezzamento della critica, la
polistrumentista americana Shara Worden
(unica titolare della ragione sociale MBD) è giunta alla quinta
fatica. Figlia di musicisti e cresciuta tra studi di musica classica
ed ascolto di musica colta di varia estrazione, riporta in toto nei
suoi albums il proprio background di opera,
cabaret, chamber pop, jazz orchestrale, folk e rock.
E lo fa in modo originale e brillante nonostante (o anche grazie a)
riferimenti palesi ai progetti simili di Woodkid,
Sufjan Stevens, San Fermin, Kate Bush, Antony And The Johnsons.
Spazio prevalente a tastiere, tamburi, elettronica soffusa,
contrappunti di fiati, voce spesso modulata al falsetto, per un pop
intellettuale ma di ascolto piacevolissimo.
Voto
Microby: 7.7
Preferite:
Pressure, Love
Killer, Before The Words
THE
BLACK KEYS (2014) Turn Blue
Partito
nel 2002 dall’indie garage-rock-blues ed approdato a Grammy e
classifiche con l’ultimo El Camino
nel 2011, il duo americano Dan Auerbach e Patrick Carney conferma con
Turn Blue il
produttore vincente Danger Mouse ma resta a metà del guado, indeciso
tra il rock sporco e bluesato (tra Yardbirds,
Neil Young elettrico e Marc
Bolan) che li ha imposti alla critica ed il
pop-rock (alla MGMT, Kasabian
per risalire fino alla J.Geils Band)
che, con tastiere vintage, voce in falsetto seducente e melodie
orecchiabili li ha catapultati in classifica. Il lavoro è pertanto
dicotomico, ed accontenta entrambi i gruppi di fans senza
entusiasmarne nessuno. Possono fare meglio.
Voto
Microby: 7.3
Preferite:
Weight of Love,
Bullet In The Brain, It’s Up To You Now
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