mercoledì 16 agosto 2017

BROKEN SOCIAL SCENE, ARCADE FIRE


BROKEN SOCIAL SCENE (2017) Hug of Thunder

ARCADE FIRE (2017) Everything Now


In comune le due formazioni non hanno solo la patria (Canada: Toronto i BSS e Montreal gli AF) ed il fatto che l’ultima è per entrambe la quinta fatica in studio. Hanno soprattutto l’influenza basilare esercitata in primis sull’indie-pop rock, uscito grazie a loro dall’idea obbligata di produzioni scarne, lo-fi, D.I.Y. con l’unica alternativa di un “tradimento” mainstream, ed inoltre sull’evoluzione della musica radiofonica bianca degli ultimi 15 anni, che grazie a loro ha sdoganato prima le produzioni ipertrofiche, dense, anthemiche direttamente provenienti dai garage e dai club invece che costruite da ingegneri del suono in studio, e quindi il melting pot musicale ottenuto dalla fusione di generi agli antipodi: rock e disco music, folk e punk, new wave e marce militari. Altre due caratteristiche accomunano BSS ed AF e risultano fondamentali per comprenderne genesi ed evoluzione: sono collettivi ampi (10-12 membri-base) ed aperti (da cui la ricchezza, a volte pletorica, di idee e la difficoltà a farle convivere in buon equilibrio), ed entrambi paiono soffrire di horror vacui, dal momento che i loro album sono densamente farciti di voci e strumenti ultrastratificati, che spesso danno l’impressione di non voler lasciare disoccupato un membro o un ospite della band. Un lavoro di continua addizione anziché di sottrazione quando la misura sembra colma. Con entrambe le band dopo l’ascolto di un album ho la medesima sensazione di un luculliano pranzo di nozze, in cui ho mangiato bene (spesso benissimo) ma dopo il quale non voglio sentir parlare di cibo per una settimana. Per ripensare però dieci giorni dopo, smaltita l’abbuffata, a quanto vorrei riassaporare con calma 2-3 piatti al momento snobbati per rischio-indigestione. Ecco, BSS ed AR sono “too much”. Ma mentre i primi (e di minor successo soprattutto fuori dal Canada) tendono a ripetere il medesimo schema dal 2001 ad oggi (ed al collettivo tendo personalmente a preferire quanto pubblicato dai singoli membri, in particolare Feist, ma anche Kevin Drew o i gruppi The Dears e Stars), gli Arcade Fire hanno coraggiosamente sterzato nel 2013 con Reflektor verso una musica sempre ipertrofica ma a trazione electro-dance (con risultati alterni ma mediamente apprezzati), ed attualmente alla crasi (discutibile e poco equilibrata, come dimostra anche il ricorso a più produttori) tra pop-rock, disco music, elettronica e musica orchestrale. Il giudizio finale è, a mio parere, penalizzante per entrambi: meglio i BSS che tuttavia insistono in una rivoluzione che è già passata agli archivi (anche se la classe rimane indubbia), laddove gli AF risultano a sprazzi piacevoli ma banali, bombastici per radio e classifiche ma ruffiani ad un orecchio attento. Il mio consiglio per i pochi che non conoscono i due gruppi è di andarsi ad ascoltare l’epica liberatoria di You Forgot It In People (BSS, 2002) e di Funeral (AF, 2004), o quella suburbana di The Suburbs (AF, 2010): questi sì che hanno fatto la storia.

Voto Microby: BSS 7.4 , AF 6.5

Preferite: BSS: Hug of Thunder, Victim Lover, Skyline

AF: Everything Now, Put Your Money On Me, Signs of Life
 



1 commento:

lucaf ha detto...

Arcade Fire: un disco che non è piaciuto a nessuno, neanche ai fan storici. E pensare che negli ultimi 10 anni gli AF erano riusciti a raggiungere un successo di pubblico pressoché unanime, diventando una delle poche "indie band" (per quanto questa definizione si sia un pò svuotata di significato) in grado di fare tendenza e riempire gli stadi. Già con Reflektor avevano sterzato non poco dai precedenti album, svoltando verso una mainstream paracula. Con questo album decisamente abbiamo toccato il fondo. Li abbiamo persi?

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