domenica 4 febbraio 2018

Recensioni al volo: First Aid Kit, Glen Hansard

FIRST AID KIT - Ruins (2018)
A tre anni di distanza dal discutibile Stay Gold, le sorelle svedesi Søderberg sono al quarto album e paiono essere tornate al sound folk-rock e country che le aveva imposte all’attenzione generale. La loro aria vagamente hippie ed i loro intrecci vocali anni ’70 (un perfetto insieme tra la voce squillante di Klara e quella più calda e bassa di Johanna) del meraviglioso The Lion’s Roar del 2012 avevano ravvivato il movimento revival psych-country: questo lavoro conferma la loro sincera qualità musicale, tra Joni Mitchell e Laura Marling, Chryssie Hindie (Pretenders) e Emmylou Harris. La produzione dell’album è affidata a Peter Buck (REM) che le accompagna alla chitarra in 7 dei 10 brani che compongono l’album.  Voto: 1/2
Da ascoltare: Postcards, To Live a Life.




GLEN HANSARD - Between Two Shores (2018)


Anche in questo terzo lavoro, l’irlandese si propone come uno dei più autorevoli cantautori del momento (anche se in effetti è già sulle scene dai primi anni ’90). L’album è stato registrato nel corso di 6 anni durante le varie tournée, percorrendo quindi vari momenti della sua vita musicale, da quelli con venature fortemente soul (Roll On Slow, Wheels On Fire) alle ballate rollingstoniane (Wild Horses) e morrisoniane (Movin’ On) fino al folk più raffinato di Lucky Man o Your Heart’s Not It.  GH si conferma come artista in grado di regalare emozioni e campione indiscusso nel comporre ballate calde e fascinose, mischiando rock e folk, irish music e soul celtico.  Da ascoltare: One Of Us Must Lose, Lucky Man. Voto:


2 commenti:

microby ha detto...

GLEN HANSARD : Piano piano, quasi in sordina ed in percorsi anche extra-musicali (cinema), Glen Hansard si è certificato come uno dei cantautori di punta del vecchio continente. Ma, da buon irlandese, ha un ponte naturalmente aperto sul nuovo continente, tanto che l'ultimo album suona meno celtico e più soul, e con forti radici sempre folk, in un richiamo costante ai due idoli universali Bob Dylan e (primo) Bruce Springsteen ammantati col mito di ogni singer-songwriter irlandese: Van Morrison. La ricetta attuale vede a mio parere 20% Dylan + 20% Boss + 60% Morrison, ed il piatto, una volta cucinato, è decisamente succulento, con belle canzoni mid-tempo e soprattutto splendide ballate, sospese tra anema e core, cui gli arrangiamenti per fiati donano quella malinconica "saudade" che solo gli irlandesi in Europa possiedono. Concordo in pieno con la valutazione di Luca.
Voto Microby: 8.5
Preferite: Lucky Man, One of Us Must Lose, Why Woman

microby ha detto...

FIRST AID KIT : Io invece mi aspettavo di più dal quarto album delle sorelline svedesi: persa la beata ingenuità dello splendido The Lion's Roar, a me era piaciuto anche il misurato spostamento verso il pop del precedente Stay Gold, che non tradiva mai le radici folk-rock e l'amore per Emmylou Harris. Ma ora sembra che le ragazze abbiano ceduto alle lusinghe del mainstream americano, e Ruins suona così brillante e perfetto da risultare quasi manieristico: non una nota meno che prevedibile, non uno strumento fuori posto, non un arrangiamento che sorprenda. L'antico riferimento alle sorelle canadesi Kate & Anna McGarrigle traballa, in un'evoluzione che fa ora più pensare alla band irlandese al femminile The Corrs in versione meno pop. Insomma, tutto delizioso ma manca parecchia spontaneità a questo album, e finanche un brano che spacchi, che sia folk, pop o country. Ma sono giovani e dotate, e sono sicuro che ci daranno ancora molte soddisfazioni.
Voto Microby: 7
Preferite: Fireworks, It's A Shame, To Live A Life

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