A
PERFECT CIRCLE (2018) Eat The Elephant
Supergruppo fondato nel 1999 dagli ex Tools Maynard
James Keenan e Billy Howerdel, e della cui mutevole line-up
hanno fatto/fanno parte membri di Nine Inch Nails, Marilyn Manson,
Smashing Pumpkins, Queens of the Stone Age, Puscifer, Eagles of Death
Metal, al quarto album (ma a ben 14 anni dal precedente di materiale
autografo), la band abbandona l’allure alternative-metal
degli esordi per un ibrido che facilmente deluderà i metallari,
verosimilmente non conquisterà i poppettari, mentre potrebbe
interessare, se non affascinare, gli appassionati di neo-prog
(e, va da sé, chi aveva amato le architetture più semplici e pop
del prog dei seventies). L’incipit con la title
track non stonerebbe in un album del David Sylvian più
romantico, ma il disegno generale sta più dalle parti dello Steven
Wilson più scuro e meno progressive, contaminato
dall’anima dei Metallica più melodici. Le canzoni
sono strutturalmente guidate dal pianoforte e da synth poco
invadenti, ma lo scheletro portante è fornito da robusti rullanti
(al minimo sindacale i piatti) cementati da chitarre elettriche tese
e drammatiche (brevi e controllati i solos, come da lezione
neo-prog). L’atmosfera è insieme decadente ed elegante,
sontuosa nei pieni e riflessiva nei vuoti, saldamente guidata dalla
bella voce post-grunge di Keenan e ben supportata da musicisti
di caratura. Forse il tutto è più adatto ad adolescenti meno
arrabbiati dei metallari e meno depressi degli emo, ma può
piacere anche a chi trova troppo banale il pop-rock ma non riesce ad
adattarsi ai suoni dei millennials.
Voto
Microby: 7.6
Preferite:
So Long And Thanks For All The Fish,
The Doomed, Disillusioned
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