lunedì 7 maggio 2018

THE SHEEPDOGS


THE SHEEPDOGS (2018) Changing Colours



Up In Canada (dal titolo di una canzone dei “cani da pastore”) si interpreta uno dei migliori esempi di southern rock in circolazione, persino se confrontato con le migliaia di bands del sud degli USA. Conservatore per ricetta (gli ingredienti sono sempre rock, blues, country, soul, hardrock variamente assortiti tra loro, con bands che si distinguono per l’utilizzo quantitativamente spostato verso l’uno o l’altro genere, per i suoni più acustici o elettrici, per il maggior rilievo dato a tastiere o chitarre) e look (dagli anni ’60 fedele a sé stesso: capelli e barba lunghi, camicia a scacchi e jeans), spesso anche nei testi patriottici e machisti, il rock sudista è da sempre un concentrato di energia ed allegria da condividere possibilmente dal vivo con gli amici. Va da sé che da un genere con stilemi così rigidi non ci si possa aspettare una gran rivoluzione stilistica, ed in effetti il combo originario del Saskatchewan si distingue dagli altri non per originalità, piuttosto per la capacità di fondere brillantemente gli stili dei gruppi che hanno fatto la storia del southern rock. Ecco quindi la doppia chitarra solista alla Allman Brothers Band (ma con il blues ridotto ai minimi termini e canzoni mai dilatate oltre i 3-4 minuti), i riff di chitarra elettrica alla Lynyrd Skynyrd (senza però tentazioni hard), i fraseggi di pianoforte alla Little Feat, i passaggi country alla Marshall Tucker Band, gli immancabili brani strumentali, ma anche (diversificandosi dal genere) impasti vocali che omaggiano chiaramente C.S.N.&Y. e spunti di percussioni latineggianti rubati ai Santana dei ’70. Il quintetto guidato dal leader Ewan Currie (voce e chitarra soliste) è ben noto in patria (dove ha vinto numerosi CASBY e Juno Awards) e sta espandendo la propria popolarità negli States; pur non artefice della mirabile fusione di stili che è riuscita negli ultimi 30 anni in ambito southern rock ai soli Black Crowes, The Sheepdogs costituisce un eccellente bignami del genere a chi lo volesse approcciare, ma merita l’ascolto degli appassionati del rock a stelle e strisce in senso lato. Chi potesse non li perda in concerto.
Voto Microby: 7.8
Preferite: Nobody, I’ve Got A Hole Where My Heart Should Be, Saturday Night

1 commento:

lucaf ha detto...

Grazie della segnalazione Roby! Ottimo disco di southern: mi ha fatto ricordare gli Allmann Brothers di Eat a Peach ma anche i Dixie Dregs o addirittura i Beatles di Revolver..
Ottimo disco. Per me 4 stelle.

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