JIM JAMES (2018) Uniform Distortion
Discontinuo, disomogeneo, disturbante, dispersivo, disarmante,
distimico: tutto quello che significa il prefisso dis- rappresenta
bene il musicista leader dal 1998 dei My Morning Jacket
(di cui ascoltare almeno “Z” del 2005), dal 2013 titolare di una
carriera in proprio dalla qualità ovviamente disordinata, e da
sempre di una pletora delle più svariate collaborazioni. Con i MMJ
ha suonato americana, pop, psichedelia, alt-country, jazz, rock,
elettronica, soul mistico dalle influenze orientali. Non da meno da
solista, migrando dal cantautorato acustico stripped-down
all’elettronica spirituale, dalle sperimentazioni musicali al più
frequente lo-fi indie rock, con l’unico comun denominatore di una
propensione, nei testi e nell’espressione musicale, per la
filosofia e la metafisica. In tal senso la migliore espressione
artistica (ma la critica è ferocemente dis-cordante) risiede
nell’eccellente “Regions of Light and Sound of God” del
2013. Ma l’artista di Louisville ha sempre dimostrato di possedere
le scintille del genio. Che finalmente si palesano con continuità in
undici canzoni, quelle che compongono il quarto album da solista,
sporche e cattive, in un rock chitarristico
che “touches on everyone from Elvis Presley to Dinosaur Jr.”
(AllMusic). Vi si possono trovare riferimenti al garage-Velvet
Underground dei ’60, al punk-pop dei Ramones nei ’70, allo
psych-rock degli ’80 ed al grunge più immediato dei ’90; ma le
chitarre grattugiate e distorte, il trionfo di piatti ed il finto
disordine rimandano d’istinto al Neil Young elettrico servito
dai Crazy Horse. Si palpa convinzione, si respira passione,
si intuisce la ricerca rabbiosa di una via d’uscita per le
elucubrazioni mentali e i sentimenti connessi. Un album che cresce
molto con gli ascolti, da consigliare a chi ama il rock, classico e
trasversale. “I’m either behind the times / or ahead of the times
/ or maybe I’m just out of time” (Out of Time). Ci mancava
il disorientato.
Voto Microby: 8.3
Preferite: All
In Your Head, No Use Waiting, You Get To Rome
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