BIG
RED MACHINE (2018) Big Red Machine
Dobbiamo accettare, anche se
tuttora pare siano in pochi a gioirne, che Bon
Iver di "For
Emma, Forever Ago"
(2008) e The
National di
"Boxer"
(2007) siano capitoli musicali archiviati. Il canadese Justin
Vernon, aka
Bon Iver, già nel precedente "22,
A Million"
(2016) aveva improvvisamente abbandonato il cantautorato acustico,
intimo e bucolico in favore di un'elettronica straniante, ostica ai
primi ascolti ma ricca di sfumature ed infine affascinante. I due
gemelli Aaron e Bryce Dessner, anima dei newyorkesi The National, da
qualche anno palesano interesse e tessono collaborazioni con artisti
di musica elettronica, jazz, avantgarde e colonne sonore. Non era
però scontato (anzi è stato del tutto casuale: l'incontro/confronto
ad una kermesse musicale con la presenza di entrambi) che i due corpi
musicali partorissero un lavoro collaborativo, sotto il nom
de plume Big Red
Machine. Album nettamente spostato sulle più recenti coordinate del
barbuto cantautore canadese (sua d'altra parte la quasi totalità
della scrittura, così come la voce, nel tipico falsetto e/o
filtrata/distorta dal vocoder), ma cui la tessitura delle chitarre di
Aaron Dessner
dona profondità, mistero, fascino secondo (fatte le debite
proporzioni) la lezione del Robert Fripp dei '70-'80. Andiamo al
dunque: chi ha disprezzato (perchè tedioso) il Bon Iver elettronico
non reggerà tre brani dell'album che sto recensendo; chi lo ha
apprezzato amerà ancora di più i Big Red Machine, che ne
rappresentano la naturale e migliore evoluzione: figli riconoscenti
(ed ancora in parte acerbi ma dagli sviluppi promettenti) dei
Radiohead meno commerciali, e nipoti ben educati dall'elettronica di
Laurie Anderson, dalle sperimentazioni di Robert Fripp e Peter
Gabriel, ma soprattutto dalle collaborazioni tra Brian Eno e David
Byrne. Un lavoro a suo modo singolare e moderno, inadatto a chi alla
musica chiede solo entertainment,
ma nemmeno esclusivo piacere di critici snob e Pitchfork generation.
Io lo trovo ipnotico, non ipnoinducente.
Voto
Microby: 7.8
Preferite:
Lyla,
Forest Green, I Won't Run From It
Nessun commento:
Posta un commento