mercoledì 15 maggio 2019

GLEN HANSARD


GLEN HANSARD (2019) This Wild Willing
Che fosse un artista poliedrico Glen Hansard l’aveva già dimostrato in più di una occasione: dalla sua partecipazione al mondo del cinema prima nel cult-movie The Commitments di Alan Parker (era un membro dell’esplosiva soul-band fulcro del film) e poi da protagonista di Once, altro film a tema musicale che gli è valso nel 2007 anche un Oscar come miglior canzone originale (con la co-protagonista Marketa Irglova); ma anche in campo strettamente musicale, nel quale si è cimentato nei ‘90 come frontman dell’ottima pop-rock band irlandese The Frames, quindi in coppia cantautorale negli anni ‘00 con la Irglova nei The Swell Season, poi da eccellente singer-songwriter nel solco di Van Morrison (tre splendidi dischi dal 2012 ad oggi), spazio in cui ha ritagliato ampi consensi di critica e pubblico. Ora che sembra giunto il momento di raccogliere in termini commerciali quanto ha seminato, se ne esce con un album anti-radiofonico, totalmente raccolto in una meditabonda contemplazione, che sacrifica la sua voce passionale ad un talking quasi sussurrato, musicalmente strutturato sulle potenti radici del folk irlandese più romanticamente introspettivo, ma con uno sguardo aperto ad influenze mediorientali, ottomane, iraniane, perfino giapponesi ed indonesiane. Il lavoro è quasi esclusivamente acustico (pianoforte, plettri, archi, fiati, una occasionale e controllata sezione ritmica e un minimo utilizzo dell’elettronica), e necessita di più ascolti per essere apprezzato nei singoli brani oltre che come unicum. Nella prima parte (la migliore) sembra la controparte irlandese del Robbie Robertson “native american”, mentre nella seconda (in cui si perde il pathos iniziale a favore di un’elegante e malinconico irish folk) si scorgono richiami al collettivo folk avanguardista The Gloaming, agli storici Planxty ed Ossian, ma anche al Van Morrison di Summertime In England e perfino alle arie più lievi della Penguin Cafè Orchestra. Un disco non difficile, ma impegnativo, che richiede attenzione che ripaga più il/col cervello che il/col cuore. Forse nel suo carattere elitario sta appunto il maggiore difetto.
Voto Microby: 7.8
Preferite: Don’t Settle, Race To The Bottom, I’ll Be You Be Me

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