martedì 3 settembre 2019

Recensione: Lloyd Cole - Guesswork (2019)

LLOYD COLE - Guesswork (2019)

Dal suo primo disco, il bellissimo Rattlesnakes, sono passati ormai ben 35 anni.

Le sue caratteristiche ballate, introdotte da lunghi incipit strumentali, le chitarre arpeggiate e le tastiere avvolgenti, gli arrangiamenti vagamente malinconici, in questo disco sono decisamente meno numerosi che in passato. Qui ci sono per lo più batterie elettroniche stile electro-pop anni ’80, un pò del genere Wall of Voodoo, Talk Talk o Robert Palmer, che in ogni caso generano un pop magari non sempre brillante ma comunque piacevole. Difficile dire se si tratta di un disco che possa piacere a quanti amano il vecchio Lloyd Cole, ma almeno le ballate più classicamente melodiche si fanno ricordare volentieri. Un disco con alti e bassi ma può fare decisamente di meglio. Da ascoltare: Night Sweats. Voto: 1/2


1 commento:

microby ha detto...

LLOYD COLE : Forse psicologicamente troppo fragile per riuscire ad esprimere tutto il talento posseduto, a mio parere l'artista inglese ha raccolto meno di quanto seminato, sia in termini di successo commerciale che di consenso critico. Si è perso tra alti e bassi, sempre con quella sua bellissima voce da crooner malinconico. Senza le pressioni del mercato ha potuto esplorare liberamente le proprie curiosità musicali, ma anche in libertà ha goduto di alti e bassi. Guesswork a mio parere è tra questi ultimi, perso in una dimensione synth-pop da "new romantic" anni '80 che illo tempore avrebbe accontentato tutti, mentre ora non mostra grande spessore. Con la voce che Lloyd Cole si ritrova, resta il rimpianto di cosa avrebbe potuto essere il medesimo disco se arrangiato alla maniera di David Sylvian anzichè dei Duran Duran...
Voto Microby: 6.5
Preferite: Violins, Night Sweats, The Over Under

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