Genere: Chamber Pop, Elettronica noir
Simili: The Slow Show, Lambchop, Nick Cave
Voto Microby: 6.7
Preferite: Lady With The Braid, You’ll Have To Scream Louder, A Man Needs A Maid
Per il sestetto di Nottingham da sempre identificato con la voce baritonale e le liriche di Stuart Staples, entrambe intrise di romanticismo dark alla Leonard Cohen ma anche Ian Curtis, l’ultimo decennio non è stato artisticamente da applausi. All’ovvia impossibilità di ribadire in eterno la qualità ma anche il genere musicale (un chamber pop noir denso e letterario, poco radiofonico ed invece notturno e cinematografico) dei primi due semi-capolavori del 1993 e 1995, gli inglesi hanno comunque sempre risposto con buoni lavori da ascolto e da embricare con pellicole, ma negli ultimi album hanno cercato di differenziare la solita proposta musicale, in particolare avvicinandosi all’elettronica. In Distractions se ne servono più abbondantemente che mai, ma il risultato non è quello desiderato (almeno per me): drum machine, basso metronomico e loop elettronici in mano ai Tindersticks producono solo brani oltremodo dilatati da giri soporiferi (“ipnotici”, sosterrebbero gli ammiratori), e purtroppo il disco è aperto da un brano siffatto che ci ammorba per 11’07”. Il lavoro è maggiormente apprezzabile nelle tre covers centrali, una A Man Needs A Maid più asciutta ma altrettanto triste dell’originale di Neil Young, una ottimamente arrangiata Lady With The Braid di Dory Previn, ed una vivace (per gli standard della band…) You’ll Have To Scream Louder dei Television Personalities. Anche invocando l’antica ma persistente classe, è troppo poco per scaldare cuori e mani.
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