domenica 17 gennaio 2010

Le Migliori di Eric Clapton

Comprimere in 10 scelte il meglio di EC è stata impresa epica. Ci sono centinaia di brani da cui attingere, il che significa che questa lista è decisamente parziale.
In particolare ho cercato di limitarmi nella scelta di brani del suo primo periodo dopo le giuste osservazioni del co-blogger; in ogni caso chi vuole iniziare a farsi un'idea di chi è EC può utilizzare questa lista come punto di partenza.

10. Crossroads (Live at the Rainbow, 1973). Brano di Robert Johnson. Dopo la sua divulgazione cominciarono a comparire sui muri di Londra i graffiti "Eric Clapton is God".
9. I Shot The Sheriff (461 Ocean Boulevard, 1974 anche se mi piace di più la versione dal vivo al Crossroad Festival del 2004)). Sicuramente il primo successo assoluto di un brano reggae. Da allora iniziò il mito Bob Marley e più o meno tutti i grandi artisti rock si misero ad attingerne a piene mani.
8. Sleeping in the Ground (Live at Madison Square Garden, 2009). Un blues acustico da panico. Uno tsunami di energia.
7. Running on Faith (da Journeyman del 1989, ma anche da Unplugged del 1992). La classica canzone tristona del suo repertorio.
6. Bell Bottom Blues (da Layla & Other assorted Love Songs, 1972). Uno dei pochi brani dell'album non suonati insieme a Duane Allman. Un classico.
5. Sunshine of your love (Cream: Disraeli Gears, 1967). Un compendio della musica rock; un condensato di improvvisazioni rock.
4. Layla (da Layla & Other assorted Love Songs, 1972 ed anche da tutti i valori dal vivo). Un riff memorabile, massima espressione del dio della chitarra.
3. Tears in heaven (da Unplugged, 1992). In memoria del figlio Connor, avuto con Lori Del Santo e morto in circostanze assurde. Un lentone che strappa emozioni e lacrime ad ogni arpeggio.
2. Cocaine (da Slowhand, 1977). Ovviamente. Un superclassico che non poteva mancare. Ogni volta che l'ho sentita, su un disco dal vivo o nei concerti è sempre meglio di prima.
1. Old Love (da Journeyman del 1989, ma anche sempre dal vivo). Scritta con Robert Cray: è la prova che noi siamo mortali mentre "CLAPTON IS GOD".

lunedì 11 gennaio 2010

Ancora su Mr. Clapton


Premetto che come sempre sono del tutto d'accordo con i precedenti suggerimenti del nostro capofila, tuttavia l'amore per quello che ritengo forse il miglior chitarrista blues-rock (almeno vivente) del nostro tempo mi spinge a cercare di completare, soprattutto per i neofiti, il quadro dei migliori album/pezzi di Eric Clapton.

Assolutamente d'accordo che quasi tutto quello pubblicato negli anni '80 è pressochè inascoltabile (e purtroppo devo dire che nella maggior parte dei casi ciò è dovuto alla collaborazione come produttore di Phil Collins), tuttavia non possiamo non segnalare fra gli album degni di questo nome anche


"Slowhand" pubblicato nel 1977 che comprende pezzi di assoluto spessore (Cocaine, Wonderful tonight, Lay down Sally, May you never) e la collaborazione, per me ancora commovente, come background vocals di Yvonne Elliman (per intenderci la Maria Maddalena di Jesus Christ Superstar).



Secondo me meritevole di ascolto è anche "Journeyman" pubblicato nel 1989 e che comprende qualche bel pezzo (Running on faith, Anything for your love ) ma soprattutto Old love scritta e suonata con il grande Robert Cray

Se poi qualcuno ha voglia di farsi un viaggio all'interno dei meandri dell'anima blues di Clapton suggerisco di ascoltarsi "From the cradle" pubblicato nel 1994 e che è una straordinaria compilation di cover di vecchi pezzi blues tutti registrati LIVE con un gruppo di musicisti eccezionali (segnalo una fantastica Motherless child).

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Nel 2004 esce poi " Me and Mr Johnson", un disco di tributo al grande Robert Johnson che contiene pezzi storici come Me and the devil blues e Kind hearted woman blues.

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Di lui, di cui si conoscono solo 29 registrazioni e che fu uno dei primi musicisti ad essere introdotti nella Rock and Roll hall of Fame, Clapton disse:"« Per me Robert Johnson è il più importante musicista blues mai vissuto. Non ho mai trovato nulla di più profondamente intenso. La sua musica rimane il pianto più straziante che penso si possa riscontrare nella voce umana. »











domenica 10 gennaio 2010

Album "must" di Eric Clapton - Seconda parte



461 Ocean Boulevard
(1974) ★ ★ ★ ★
E' il secondo disco da solista. Il primo l'aveva pubblicato quasi in contemporanea all'esperienza con i Derek & the Dominoes. E' un disco tranquillo e sereno, quasi alla JJ Cale, registrato a Miami nella casa immortalata dalla famosa copertina. Contiene "I Shot The Sheriff", uno dei suoi più grandi successi. Da quell'anno in poi per la verità, non pubblica dischi di grande livello, anzi. Backless, Another Ticket, Behind the Sun, August, Journeyman, non sono un gran che. Appena meglio Money and Cigarettes con la collaborazione di Ry Cooder.

Unplugged (1992) ★ ★ ★ ★
La rinascita della sua carriera la si deve a quest'album, uno splendido disco acustico, comprendente la splendida" Tears in Heaven", dedicata al figlio di 2 anni morto in tragiche circostanze.
Negli anni 2000 poche cose da ricordare: l'album con BB King e quello con JJ Cale e poi la reunion dei Cream alla Royal Albert Hall del 2005. Qualche brano qua e là come quelli con Tracy Chapman, Brendan Crocker e Sting e poi poco altro fino al 2009.

Live at the Madison Square Garden (2009) ★ ★ ★ ★ ★
Riprendersi la recensione precedente del 7 giugno. Un vero album vintage, con repertorio ed arrangiamenti da primi anni '70. Un disco di pura energia sostenuto dalle calde tastiere di Winwood. Un disco pressochè perfetto.

sabato 9 gennaio 2010

Eddie Vedder canta City of Ruins di Bruce Springsteen

Grande esibizione! Bruce Springsteen stesso mi sembra commosso.....

Album "must" di Eric Clapton - Prima parte

Cominciamo dagli album:
Bluebreaker with Eric Clapton (1966) ★ ★ ★ ★
EC è già una star della scena musicale londinese. Sui muri della città compaiono le scritte "Eric Clapton è Dio" (lui, più modestamente, amava farsi chiamare "Slowhand"). In effetti si era già fatto le ossa in un gruppo, gli Yardbirds, in cui gli altri chitarristi che si alternavano erano Jimmy Page e Jeff Beck. John Mayall i quegli anni era il cardine e l'ispiratore del rock blues britannico, tant' è vero che quando Clapton se ne va il suo posto è preso dal mitico Peter Green (che poi fonderà i Fleetwood Mac). E' il primo vero successo commerciale per Mayall e Clapton.

Cream: Disraeli Gears (1967) ★ ★ ★ ★ ★
Un disco di energia impressionante: rock e blues
misti a psichedelia.
Il disco che prepara il terreno ai Led Zeppelin.

Blind Faith (1969) ★ ★ ★ ★
Il disco del primo supergruppo della
storia del rock : EC + Ginger Baker (ex Cream), Stevie Winwood (ex Traffic) e Rick Grech (ex Family). Troppe prime donne: il gruppo si sciolse subito dopo una terrificante tournee americana.
Delaney & Bonnie: On tour with Eric Clapton (1970) ★ ★ ★
Era la band di supporto dei Blind
Faith durante i concerti. Una sorta di jam band con sonorità soul e gospel. Affiancato da Dave Mason (Traffic) e Leon Russel, EC sembra divertirsi ma soprattutto rilassarsi molto in una nuova dimensione, forse un pò meno blues ma più spontanea.


Derek & The Dominoes : Layla & Other Assorted love songs (1972)

★ ★ ★ ★
Mitico disco doppio insieme a Duane Allman: contiene l'imprescindibile "Layla". Un disco quasi rhythm&blues che coincise con la tossicodipendenza di Clapton: non furono mai in grado di pubblicare un secondo disco proprio per le pessime condizioni fisiche e mentali di EC.

mercoledì 6 gennaio 2010

Introduzione a Eric Clapton

Su gentile richiesta di un blogger mi si invita a identificare una selezione del meglio di Eric Clapton. Per poterla preparare penso sia indispensabile cercare di inquadrarne il lavoro. Tanto per cominciare Clapton era un autodidatta: aveva imparato a suonare da solo, ascoltando i dischi blues del nonno (perciò non esistono scuse: chiunque può diventare un bravo chitarrista)....
La sua storia inizia nei primi anni sessanta con il gruppo degli Yardbirds, band che lasciò molto presto per unirsi a John Mayall, il vero padrino del blues inglese.
Furono anni molto belli (a parte qualche scazzo...) ma molto presto Clapton pensò che fosse arrivata l'ora di fondare un suo gruppo: insieme a Ginger Baker e Jack Bruce fondò i Cream. In quegli anni Clapton ebbe la ventura di assistere ad un concerto di Jimi Hendrix (rendendosi improvvisamente conto che esisteva un chitarrista migliore di lui): fu rapito dal suo sound e, a parte il primo disco, "Fresh Cream", il secondo, "Disraeli Gears" del 1967 , ne ricalca l'energia ed il sound psichedelico risultando senz'altro uno dei capolavori suoi e della musica rock-blues inglese in generale. Come al solito però Clapton si stufò quasi subito e, con l'uscita del successivo "Wheels of fire" del 1968, i Cream erano già sciolti. Soprattutto non gli piaceva più la musica "muscolare" fatta di lunghi assoli ed era molto attratto dalla musicalità blues-progressive dei Traffic: colse al volo l'opportunità data dal loro scioglimento (temporaneo) e, insieme a Stevie Winwood, Ginger Baker e il violinista Rick Grech, mise insieme i Blind Faith, autori di un unico album ancora oggi omaggiato durante i suoi concerti con le stupende "Can't find my way home" e "Had to cry today".
Dopo un tour sfortunato negli USA, Winwood rimise insieme i Traffic (che incisero il loro lavoro migliore, "John Barleycorn Must Die") mentre Clapton, dopo un strana esperienza con un gruppo country (Delaney and Bonnie) pubblicò, insieme a Duane Allmann e ad altri, un disco con il nome Derek & The Dominoes che conteneva la mitica Layla, da allora cavallo di battaglia dei suoi concerti.
Nonostante il grande successo, quel periodo fu il più buio della sua vita: Hendrix era morto di droga e lo stesso Allmann morì in un incidente in moto. Clapton era completamente dipendente dell'eroina e dall'alcool e deve senz'altro all'amicizia di George Harrison (alla cui moglie, Patty Boyd, aveva dedicato il disco) se alla fine sopravvisse.
Il ritorno alle scene avvenne prima con un concerto al Rainbow Theatre del 1973 e poi definitivamente con la pubblicazione di "461 Ocean Boulevard", album in cui si trova "I shot the sheriff", brano dell'allora sconosciuto Bob Marley.
Da allora Clapton tende a diventare via via più commerciale e soporifero, soprattutto nella seconda metà degli anni '80. Alcuni lavori sono però degni di nota: il live "E.C. was here", lo stupendo "Unplugged" acustico del 1992, la reunion dei Cream nel 2005 e infine, last but not least il "live at Madison Square Garden" del 2009, insieme a Stevie Winwood.
Che sia il canto del cigno?
Prossimamente la lista dei dischi e dei brani migliori.

venerdì 1 gennaio 2010

Auguri a tutti!


Il 2009 si è ormai concluso ed è giunto il momento di augurare a tutti un buon 2010! Ne approfitto per un mio personale augurio a tutti, sperando che il nuovo anno possa portarvi quanta più serenità possibile. Bloggante e famiglia sono in partenza per Valencia. Il blog rallenta la produzione….a meno che i guest con le chiavi di casa non pubblichino qualcosa :-).....

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