mercoledì 6 gennaio 2010

Introduzione a Eric Clapton

Su gentile richiesta di un blogger mi si invita a identificare una selezione del meglio di Eric Clapton. Per poterla preparare penso sia indispensabile cercare di inquadrarne il lavoro. Tanto per cominciare Clapton era un autodidatta: aveva imparato a suonare da solo, ascoltando i dischi blues del nonno (perciò non esistono scuse: chiunque può diventare un bravo chitarrista)....
La sua storia inizia nei primi anni sessanta con il gruppo degli Yardbirds, band che lasciò molto presto per unirsi a John Mayall, il vero padrino del blues inglese.
Furono anni molto belli (a parte qualche scazzo...) ma molto presto Clapton pensò che fosse arrivata l'ora di fondare un suo gruppo: insieme a Ginger Baker e Jack Bruce fondò i Cream. In quegli anni Clapton ebbe la ventura di assistere ad un concerto di Jimi Hendrix (rendendosi improvvisamente conto che esisteva un chitarrista migliore di lui): fu rapito dal suo sound e, a parte il primo disco, "Fresh Cream", il secondo, "Disraeli Gears" del 1967 , ne ricalca l'energia ed il sound psichedelico risultando senz'altro uno dei capolavori suoi e della musica rock-blues inglese in generale. Come al solito però Clapton si stufò quasi subito e, con l'uscita del successivo "Wheels of fire" del 1968, i Cream erano già sciolti. Soprattutto non gli piaceva più la musica "muscolare" fatta di lunghi assoli ed era molto attratto dalla musicalità blues-progressive dei Traffic: colse al volo l'opportunità data dal loro scioglimento (temporaneo) e, insieme a Stevie Winwood, Ginger Baker e il violinista Rick Grech, mise insieme i Blind Faith, autori di un unico album ancora oggi omaggiato durante i suoi concerti con le stupende "Can't find my way home" e "Had to cry today".
Dopo un tour sfortunato negli USA, Winwood rimise insieme i Traffic (che incisero il loro lavoro migliore, "John Barleycorn Must Die") mentre Clapton, dopo un strana esperienza con un gruppo country (Delaney and Bonnie) pubblicò, insieme a Duane Allmann e ad altri, un disco con il nome Derek & The Dominoes che conteneva la mitica Layla, da allora cavallo di battaglia dei suoi concerti.
Nonostante il grande successo, quel periodo fu il più buio della sua vita: Hendrix era morto di droga e lo stesso Allmann morì in un incidente in moto. Clapton era completamente dipendente dell'eroina e dall'alcool e deve senz'altro all'amicizia di George Harrison (alla cui moglie, Patty Boyd, aveva dedicato il disco) se alla fine sopravvisse.
Il ritorno alle scene avvenne prima con un concerto al Rainbow Theatre del 1973 e poi definitivamente con la pubblicazione di "461 Ocean Boulevard", album in cui si trova "I shot the sheriff", brano dell'allora sconosciuto Bob Marley.
Da allora Clapton tende a diventare via via più commerciale e soporifero, soprattutto nella seconda metà degli anni '80. Alcuni lavori sono però degni di nota: il live "E.C. was here", lo stupendo "Unplugged" acustico del 1992, la reunion dei Cream nel 2005 e infine, last but not least il "live at Madison Square Garden" del 2009, insieme a Stevie Winwood.
Che sia il canto del cigno?
Prossimamente la lista dei dischi e dei brani migliori.

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