L'anima e, nei primi anni di attività, anche l'unico componente dei Phosphorescent è Matthew Houck che emerge all'inizio degli anni 2000 salutato come l'ennesimo epigono di Bob Dylan. Dal 2003 ad oggi pubblica 5 album tutti improntati allo sviluppo di sonorità tipiche della musica americana che risente delle potenti influenze folk e alt/country rock dei gruppi e dei solisti nati e cresciuti negli anni '70 (Neil Young, Eagles, Gram Parsons, Dan Fogelberg). I primi 4 album sono lavori praticamente da solista e solo nel 2010 pubblica lo splendido "Here's to taking it easy" avvalendosi del supporto di una band appositamente riunita.
Il risultato è, ovviamente per chi ama il genere come il sottoscritto, un album limpido, emozionante che in realtà segue percorsi non certo originali e magari affrontati innumerevoli volte, ma nel caso specifico interpretate con estrema ricercatezza musicale con un uso dei singoli strumenti (soprattutto pedal steel e piano) che per tecnica e accuratezza talora stupiscono.E' dunque un disco molto "classico" nel genere, che raccoglie solo 9 brani, di cui mi permetto di consigliare ad un ascolto più attento "Nothing was stolen", "I don't care if there' cursing", "Heaven, sittin down" e lo splendido brano finale "Los Angeles"
sabato 13 novembre 2010
Phosphorescent - "Nothing Was Stolen (Love Me Foolishly)"
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grande immenso belushi
2 commenti:
Non li conoscevo. Notevoli!
I dischi precedenti, che sostanzialmente sono lavori solisti, a mio parere, sono meno intriganti e rientrano più nell'ambito di quella musica lo-fi che talvolta può essere anche un pò stucchevole.
Mi sento di segnalare invece il lavoro pubblicato nel 2009 e dedicato a Willie Nelson in cui la band di supporto fa un ottimo lavoro creando un'atmosfera country di grande stile
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