Come per i precedenti 4 lavori, anche questo è difficilmente definibile ed inquadrabile nelle sue diverse sfaccettature melodiche: si va da atmosfere elettroniche alla Radiohead a ballate disegnate dalle tastiere quasi prog di Craig Potter, da brani che ricordano gli Smiths a riffs dai sentori blues. L'unico filo conduttore è forse l'impressione che praticamente ogni brano venga reso come fosse un inno, con quelle tastiere sullo sfondo, le chitarre appena accennate ed i ritmi quasi spirituali ed epici che non sfociano mai in melodie troppo enfatiche (a parte l'insopportabile "The birds reprise"): soprattutto in questo si sente preponderante l'impronta di Guy Garvey, frontman e voce del gruppo, grande fan di Peter Gabriel e degli Yes.
I brani più interessanti sono proprio "The birds", "Lippy kids", "Open arms"; come capita però spesso gli Elbow si fanno prendere la mano ed alcune cose come "High Ideals" o "The River" appaiono meno coinvolgenti. Insomma un buon disco, non un capolavoro, ma sempre piacevole pur nei suoi alti e bassi.
Voto: ☆☆☆☆ (molto bello)
Voto: ☆☆☆☆ (molto bello)
2 commenti:
(non è attinenente ... ma dove postarlo?)
CONSIGLI PER GLI ACQUISTI!
"NON SOLO ROCK AND ROLL"
1000 concerti che ci hanno
cambiato la vita, di Ezio
Guaitamacchi Rizzoli
riporto l'articoletto:
"C'è stata davvero l'esibizione di Bob Dylan al Folkstudio di Roma? Quante volte ha suonato Bruce Springsteen a San Siro? E quali erano i pezzi in scaletta nel concerto dei Beatles al Vigorelli di Milano? L'idea è di raccontare mezzo secolo di musica pop attraverso un migliaio di momenti magici: dal primo raduno di rock and roll a Cleveland, nel 1952, al festival di Woodstock, dalle più belle performance di Frank Sinatra a quelle dei Rolling Stones."
Io nel leggere questo ho pensato subito a Lucaf e al blog, magari lo trovate interessante, magari no, o magari lo conoscete già ... ma...
Scusa Luca, sono partito con un commento che è diventato commentone e che ho quindi trasformato in recensione aggiunta (2° parere, peraltro positivo come il tuo!), non volendo fare l'errore di DBT e Fitzsimmons... Aggiungo che gli Elbow apriranno la 2a giornata dell'Heineken a Mestre (10 giugno, 55 euro, biglietti in loco: Elbow, Interpol, Verdena, Negramaro...in decrescendo...). Cmq eqqueqqà:
ELBOW (2011) Build A Rocket Boys!
Al loro quinto album in 10 anni, e dopo un recente Mercury Prize, gli Elbow non cambiano le loro coordinate, continuando ad essere un riferimento per il neo-prog (il cosiddetto “prog senza solos”). Nel bene e nel male, perché se il successo (certo, non di massa) è arrivato mantenendo una grande coerenza (poche le differenze, se non di messa a fuoco, tra il primo lavoro del 2001 e l’attuale), e grazie ad arrangiamenti raffinati ed una voce, quella del leader Guy Garvey, intensa ed evocativa (…di Peter Gabriel), nel contempo ci si chiede quanto durerà questo stallo, visto che lo stesso ex-leader dei Genesis si è stancato di proporre sempre la stessa (anche se buona, a tratti ottima) pietanza.
Ecco quindi che, come al solito, si amano brani melanconici e dolenti (The Birds, Lippy Kids, The Night Will Always Win), si apprezzano quelli melodrammatici (High Ideals), ma infastidiscono quelli troppo enfatici (Open Arms, Neat Little Rows) e si skipperebbero quelli francamente inutili (With Love, la reprise di The Birds).
Inferiore a quella che per me rimane la loro fatica migliore (Cast of Thousands, del 2003), ma nella media (buona!) della loro discografia. Col rammarico che invece di 3-4 perle a disco non riescano, avendone le potenzialità, ad infilare un’intera collana…
Preferite: The Birds, Lippy Kids, High Ideals
Voto Microby: 7.4/10
Posta un commento