Veramente inusuale arrivare al debutto discografico all’età di 36 anni, quando da almeno la metà si gode della stima incondizionata dell’ambiente musicale e si vantano centinaia di collaborazioni illustri dal folk al rock, dal southern alla new age, dal soul al pop, abbondantemente ricambiate in Gentle Spirit da un parterre di musicisti di serie A. Solo ospiti, dal momento che il californiano (di adozione) è un polistrumentista che esprime però l’eccellenza con la poliedricità dei suoni ricavati dalla sua chitarra. Che risulta personale nonostante –non è un controsenso- richiami ed influenze evidentissime: e allora ecco riecheggiare lo stile di David Gilmour pre-Dark Side, solo meno elettrico, ma anche di Jerry Garcia, solo meno liquido (Natural Rhapsody), di John Cipollina, solo meno blues (Woe Is Me), di Robert Fripp, solo meno nevrotico (Rolling Universe), dei Crazy Horse di Zuma, solo meno amplificati (The Way I Feel, la lunga Valley of The Silver Moon), e persino di Mc Donald & Giles proto-prog e pre-King Crimson (l’iniziale Gentle Spirit). E ovunque aleggia lo spirito del grande ispiratore, Neil Young, e del suo tempo, la controcultura bohemienne di Laurel Canyon. Un disco quindi profondamente collocato nel tempo, l’inizio dei ’70, ma che riesce ad essere originale ed attuale per la fusione omogenea delle due culture hippie, west coast ed albionica, più di quanto non abbia potuto (o voluto) Devendra Banhart, l’alfiere del neo-hippie.
Quasi 80 minuti di brani dilatati, certo poco radiofonici ma intensi, più onirici che selvaggi, ciascuno a modo suo personale e coinvolgente, in cui risentire echi di Neil Young, Pink Floyd, Grateful Dead, Quicksilver Messenger Service, interpretati da un fuoriclasse di lunga esperienza ma che l’anagrafe certifica non ancora nato al tempo dei suoi eroi.
Preferite: Desert Raven, Valley of The Silver Moon, Natural Rhapsody
Voto Microby: 8/10
Quasi 80 minuti di brani dilatati, certo poco radiofonici ma intensi, più onirici che selvaggi, ciascuno a modo suo personale e coinvolgente, in cui risentire echi di Neil Young, Pink Floyd, Grateful Dead, Quicksilver Messenger Service, interpretati da un fuoriclasse di lunga esperienza ma che l’anagrafe certifica non ancora nato al tempo dei suoi eroi.
Preferite: Desert Raven, Valley of The Silver Moon, Natural Rhapsody
Voto Microby: 8/10
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